Il vero problema, infatti, è come trovare la copertura per la seconda tranche e, soprattutto, come sarà modulata la service tax in arrivo nel 2014.
Non vorremmo, infatti, che si trattasse dell’ennesimo escamotage far pagare l’IMU sotto mentite spoglie.
Vigileremo affinché ciò non avvenga, studiando attentamente le modalità con cui sarà definita ed applicata la service tax.
Non è tollerabile, infatti, prendere in giro i cittadini: la diminuzione della tassazione promessa del Governo ci dovrà essere realmente.
È fondamentale, ora, che il Governo, continui su questa strada, avviando le misure fondamentali per un rilancio della domanda interna e per dare nuovo impulso alla crescita ed all’occupazione.
In tal senso il prossimo scoglio da superare è quello dell’IVA: applicare l’aumento significa trascinare il potere di acquisto, i consumi e la produzione industriale sotto i minimi storici, con conseguenze disastrose per l’economia italiana. Basti pensare che le ricadute di questo ulteriore aumento calcolate dall’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori saranno di +207 Euro annui a famiglia tra costi diretti ed indiretti (in particolare l’aumento di tale imposta sui carburanti avrà effetti catastrofici su tutti i beni di largo consumo, nonché sulle tariffe di professionisti, artigiani, ecc.)
Per questo è fondamentale cancellare tale aumento ed avviare con urgenza una ripresa degli investimenti per lo sviluppo tecnologico e la ricerca, agendo con determinazione soprattutto per un rilancio occupazionale.
Le risorse per tali operazioni potranno essere reperite senza pesare minimamente sulle tasche dei cittadini, attraverso un serio taglio agli sprechi (si cominci con il ribaltamento delle percentuali di taglio delle consulenze alla PA e delle auto blu, portandole rispettivamente al 90% e all’80%); una lotta senza quartiere all’evasione fiscale e la vendita di almeno il 10-15% delle riserve auree.