Secondo quanto calcolato dall’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, in assenza di modifiche alla situazione attuale, le famiglie si troveranno ad affrontare a fine anno una pesantissima stangata.
Se l’IMU non sarà eliminata, infatti, teoricamente a settembre bisognerà versare la rata che era stata “congelata” a giugno. Una prospettiva impensabile. Noi ovviamente ci auguriamo che l’IMU sulla prima casa venga eliminata ma, se così non fosse, è doveroso almeno scontare alle famiglie la prima rata. Ipotizzando tale strada le ricadute (per la prima casa) saranno di 203 Euro (vale a dire l’importo medio annuo dell’IMU al netto dell’acconto di giugno).
A tali importi diretti che le famiglie potrebbero dover pagare, si aggiungono le ricadute indirette dovute al pagamento dell’IMU da parte di aziende, esercenti, ecc. Questi ultimi, infatti, scaricano parte di quanto pagato per l’IMU sui prezzi e sulle tariffe, e quindi sulle tasche dei cittadini. Le ripercussioni di tale comportamento è pari complessivamente a 480 Euro annui a famiglia.
A ciò si affiancano le ricadute dell’eventuale aumento dell’IVA che, se non eliminato, ammonteranno a +207 Euro annui tra costi diretti ed indiretti (in particolare l’aumento di tale imposta sui carburanti avrà effetti catastrofici su tutti i beni di largo consumo, nonché sulle tariffe di professionisti, artigiani, ecc.).
Ultima nota dolente è la Tares: se non sarà rinviata al prossimo anno, a dicembre le famiglie si troveranno a pagare una tariffa dei rifiuti più salata, con aumenti medi di +47 Euro annui.
Il totale, in assenza di misure tese a scongiurare questa drammatica prospettiva, sarà quindi pari a 937 Euro annui.
“È evidente che, nella situazione drammatica in cui si trovano le famiglie, si tratta di ricadute dalla portata catastrofica.” – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti.
Infatti, decurtando ulteriormente il potere di acquisto dei cittadini, a risentirne sarà l’intera economia: il primo sintomo sarà una caduta dei consumi ancora più marcata, che determinerà nuove chiusure, fallimenti o ridimensionamenti di aziende e imprese, che a loro volta saranno costrette a ricorrere a licenziamenti e mobilità, con un ulteriore diminuzione del potere di acquisto.
Per questo è indispensabile che il Governo, oltre ad un serio piano di rilancio della domanda di mercato, avvii misure tese ad evitare categoricamente l’aumento dell’IVA, a rinviare la Tares al prossimo anno ed a cancella l’IMU sulla prima casa (fatta eccezione ovviamente per gli immobili di lusso).
Inoltre è necessario agire con urgenza sul versante dell’evasione fiscale, a partire da un’accelerazione dell’accordo con la Svizzera sui conti bancari.