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Militare italiano ucciso in Afghanistan. Oggi i funerali, il governo si stringe al cordoglio dei familiari

(ASI) Si sono svolti oggi alle ore 11 èresso la Basilica di Santa Maria degli Angeli a Roma i funerali di Matteo Miottio, l'alpino ucciso da un cecchino il 31 dicemre in Afghanistan.

 

Tutto il mondo politico ha espresso il suo cordoglio per il militare caduto in Afghanistan nell'adempimento del suo dovere; Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, si è così espresso in una nota:"Ho appreso con dolore la notizia dell’uccisione del nostro militare in Afghanistan. Tutto il governo e’ vicino alla sua famiglia a cui cercheremo di offrire il massimo sostegno possibile. Ribadiamo la nostra gratitudine a tutti i nostri ragazzi che consentono al nostro Paese di operare per la pace, non solo in Afghanistan, ma in molte altre parti del mondo".

Dalle file del Pd è Ignazio Marino a parlare:"E’ doveroso esprimere oggi il senso di smarrimento e il cordoglio per un’altra vita persa in Afghanistan. Matteo Miotto è stato ucciso con viltà da un cecchino in un territorio dove i nostri soldati cercano con competenza ed umanità di portare aiuto e sostegno. Le parole dei suoi compagni alpini ci fanno capire quanto fosse intenso il suo impegno e sincera la sua convinzione rispetto al compito che gli era stato affidato. Mettersi al servizio di progetti internazionali di ricostruzione e di pace – continua Marino - in territori difficili come l’Afghanistan è certamente un compito che spetta ad un paese industrializzato come il nostro ma, in questo doloroso momento, va anche ricordata la necessità sempre più urgente di una discussione serena e rigorosa in Parlamento sul significato della nostra presenza e sugli obiettivi che la missione italiana intende raggiungere”.

Attraverso le parole del suo portavoce, Leoluca Orlando, esponente alla Camera per l'Idv, esprime con queste parole il suo dolore:" La scomparsa di giovani come Miotto, ucciso mentre serviva il nostro Paese, costringe a riflettere sulla “pericolosità e la drammaticità della nostra presenza per una missione definita di pace in un territorio di vera e propria guerra, in un Paese in cui gli eserciti del mondo sono rimasti l'unico sostegno di un governo caratterizzato da brogli e corruzione

 

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