Il protocollo è stato firmato da Joseph Rapa per il Ministero della salute di Malta, dalla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, e dal direttore generale dell’azienda sanitaria nr. 1, Giuseppe Legato, alla presenza del Presidente della Repubblica di Malta, George Abela, del Ministro della sanità maltese, Godfrey Farrugia, dell’Ambasciatore italiano a Malta, Giovanni Umberto De Vito e della direttrice del Centro Palazzo Francisci, Laura Dalla Ragione.
La cooperazione tra la Regione Umbria e lo Stato di Malta rientra nell’ambito di un protocollo generale di cooperazione sanitaria sottoscritto negli anni scorsi tra il Ministero delle politiche sociali del governo di Malta e il Ministero della Salute della Repubblica italiana. Lo stesso Ministero della salute italiano ha riconosciuto formalmente la validità dell’esperienza umbra, tanto che le prime “linee guida” sulla cura dei disturbi dell’alimentazione elaborate dalla Regione Umbria sono state successivamente alla base di provvedimenti adottati in materia dallo stesso Ministero che ha affidato proprio all’Umbria il ruolo di coordinamento dei centri che in Italia operano nel campo del trattamento dei disturbi dell’alimentazione.
Il protocollo sottoscritto dalla presidente Marini definisce diversi impegni, fra i quali prima di tutto la formazione del personale sanitario di Malta, attraverso un corso residenziale intensivo sulle competenze che si concentrerà sul trattamento e la gestione dei disturbi del comportamento alimentare e dell'obesità, che si svolgerà nell’isola.
Altro punto qualificante dell’accordo di cooperazione è l’istituzione anche a Malta di un “numero verde” per fornire informazioni e dare indicazioni ai cittadini sul trattamento dei disturbi dell’alimentazione.
Il protocollo prevede inoltre un costante contatto tra i sanitari italiani e professionisti maltesi che lavorano all'interno di Dar il Kenn, per sviluppare e adattare i protocolli e le linee guida necessarie a garantire il continuo aggiornamento sia del personale che delle terapie adottate.
L’iniziativa di realizzare a Malta un centro analogo a quello aperto a Todi nel 2003 per la cura di persone, soprattutto giovani, affette da disturbi dell’alimentazione, è stata assunta personalmente del Presidente di Malta Abela, che lo scorso anno visitò ufficialmente la struttura di Palazzo Francisci di Todi e quella di Città della Pieve, per i pazienti affetti da bulimia. In quella circostanza il Presidente George Abela si disse molto interessato all’esperienza umbra che avrebbe voluto portare nel suo Paese.
"Vorrei ringraziare l'Umbria per aver offerto al nostro Paese - ha affermato il presidente della Repubblica Abela, rivolgendo il suo saluto alla presidente Marini ed alla delegazione italiana - la massima collaborazione per la realizzazione del nostro centro. Per Malta questo è di grandissima importanza perché sono purtroppo numerosissime le persone affette da disturbi dell'alimentazione. Ritengo che il modello "umbro", che affronta la cura di queste persone con un approccio multidisciplinare, sia quello più efficace. Il nostro centro sarà ultimato nei prossimi mesi e in questa fase la collaborazione con l'Umbria, per la formazione del nostro personale, sarà fondamentale. Grazie al nuovo centro, quindi, potremo effettuare la cura delle persone che hanno queste patologie in una realtà non ospedaliera, bensì in una struttura accogliente, di tipo residenziale e nella sua impostazione simile a quelle che avete in Umbria".
"Ci fa molto piacere - ha affermato la presidente Marini - il fatto di poter contribuire a realizzare a Malta una struttura per la cura dei disturbi dell'alimentazione. Quando in Umbria pensammo a realizzare il centro di Palazzo Francisci lo facemmo perché avvertimmo che queste patologie stavano assumendo la drammatica dimensione di una vera epidemia. E credevamo in un approccio non più ospedaliero. Inoltre abbiamo voluto realizzare questo nostro modello all'interno del nostro sistema sanitario pubblico affinché tutto potessero usufruire. Con la firma di questo protocollo, inoltre, avviamo una cooperazione che potrà rappresentare una occasione di crescita per tutti, e di scambio di esperienze che non potrà che contribuire al miglioramento delle metodologie e delle terapie per la cura di queste patologie".
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