(ASI) Cagliari - Inizia ufficialmente domani, sabato 8 giugno alle ore 17:00 a Cagliari, con un gazebo in Piazza Matteotti, la raccolta di firme de La Destra per una petizione popolare rivolta al Sindaco,alla Giunta e al consiglio Comunale per l’emanazione del Regolamento degli istituti di partecipazione e l’istituzione della Consulta dei giovani, della Consulta dei genitori e della Consulta dei lavoratori.
Lo deve fare affinché in un momento politico e sociale difficile come quello attuale siano coinvolte le fasce sociali in maggior difficoltà nelle scelte dell’amministrazione che le riguardano.
Il presidio-gazebo si svolgerà simbolicamente davanti al Comune, che non ha mai dato seguito a quanto previsto dal proprio Statuto in materia. A Cagliari, infatti, il “Regolamento sulla partecipazione” - previsto dal Titolo VII dello Statuto Comunale - che dovrebbe regolare gli Istituti di Democrazia Diretta, in particolare, in tema di controllo e coinvolgimento della popolazione nell’operato dell’Amministrazione attraverso Referendum, Petizioni, Istanze e Interrogazioni di iniziativa popolare, Proposte e Consulte, è stato emanato in forma ridotta - parzialmente annullato nel 1999 dal Co. Re. Co. - e si occupa solo dell’Albo delle Associazioni.
Ci sarebbe piaciuto, già in occasione della istituzione del Registro delle unioni civili, permettere ai cittadini di esprimersi con un Referendum consultivo, che avevamo annunciato, ma che non abbiamo potuto mai avviare, proprio per l’assenza del Regolamento. Nel frattempo, ci siamo più volte rivolti al URP comunale, che ci ha informati della presenza di un altro regolamento, che giacerebbe da diverso tempo in seno alla Commissione Statuto (l’ultima comunicazione dell’U.R.P. è datata 6 febbraio 2013).
Paradossalmente, il nuovo Regolamento, ufficialmente mai emanato, è già stato applicato per l’istituzione della Consulta dei cittadini immigrati ed apolidi (art.1.2 del Regolamento Istitutivo della Consulta), che offre elettorato passivo a cittadini stranieri e apolidi residenti in tutta la Provincia, fatto che per noi rappresenta una discriminazione ai danni dei cittadini cagliaritani.
La raccolta firme avrà un valore puramente simbolico, vista l’assenza di una procedura per la sua ricezione da parte dei destinatari e verrà avviata, oltre che nel Capoluogo, anche in altri Comuni della Provincia di Cagliari - tra cui Quartu Sant'Elena, Assemini, Selargius, Senorbì - e di altre Province della Sardegna in cui si è riscontrata la mancata emanazione del Regolamento.