(ASI) Catania.
Lettere in Redazione - E' il caso di prevedere un nuovo reato. Quello di riduzione allo stato di povertà. Dice l'Avv. Michele Orlando responsabile dell'ufficio legale di Confedercontribuenti raccontando la storia di un disabile affetto da sclerosi multipla, F.C. ,invalido al 100%, costretto sulla sedie a rotelle e con indosso il pannolone per incontinenza, dopo aver avuto il riconoscimento dell’ indennità di accompagnamento destinata a pagarsi una badante notte e giorno poiché vive solo in una casa in affitto.
Il malato F.C. dopo una visita di controllo da parte dell’ Ente, prima si vede revocata tale indennità con un provvedimento palesemente assurdo ed arbitrario da parte dei medici attestanti; ma, nelle more del giudizio di opposizione dinanzi al Giudice ordinario che ormai dura da oltre un anno, l’ INPS, d’, imperio e senza alcun preavviso avviso e contraddittorio, il mese scorso va a trattenere dalla mensilità della pensione di anzianità che eroga all’ invalido, l’ ammontare delle somme che precedentemente aveva erogato al medesimo, ritenute unilateralmente indebite, complessivamente pari a circa € 3000,00, “ generosamente prelevata a rate di € 400,00 mensili. In poche righe si spiega come ne consegua che il disabile, dopo aver patito la perdita dell’ indennità di accompagnamento, ritrovandosi con la sola pensione di anzianità, pari ad € 950,00 mensili, affatto bastevole per poter essere accudito notte e giorno, pagare l’ affitto e quant’altro, si ritrova ad avere decurtato detto emolumento per quasi dieci mensilità, restando a “sopravvivere”!!!! con appena € 500,00 al mese. e DUNQUE SENZA POTER PAGARE PIU' LA BADANTE. Insomma conclude l'Avv. Orlando l’INPS avrà agito per rispettare la legge e le prerogative che lo Stato le attribuisce; ne consegue che il cittadino, due volte disgraziato, è stato ridotto in miseria.
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