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Un presidente della Repubblica che non rappresenterà la maggioranza degli italiani
(ASI) Oggi incominciano le votazioni per il rinnovo del Presidente della Repubblica che starà in carca per un settennato. L’elezione della prima carica della Stato è regolata dalla Costituzione. Precisamente dalla parte seconda della stessa, quella attinente all’ Ordinamento della Repubblica, Titolo II, Il Presidente della Repubblica ( dall’ art. 83 al 91).

Va ricordato che la Costituzione della Repubblica Italiana è la legge fondamentale dello Stato italiano e fondativa della Repubblica italiana. Fu approvata dall'Assemblea Costituente il 22 dicembre 1947 e promulgata dal capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola il 27 dicembre 1947. Fu pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 298, edizione straordinaria, del 27 dicembre 1947 ed entrò in vigore il 1º gennaio 1948. Va riconosciuto che la Costituzione, anche se rapportata all’epoca in cui venne fatta è comunque un esempio di grande civiltà giuridica e di democrazia, i cui principi generali sono attualissimi.

Però, i 65 anni si sentono e si avvertono soprattutto quando vedi che si è passati in questi anni dalla sovranità che doveva appartenere al popolo a quella del potere dei partiti che governano contro il maggioritario consenso e volere del popolo.

In pratica, è stato stravolto e “tradito” l’autentico significato e lo spirito della Costituzione. Lo hanno fatto politici e leggi che sono sempre più distanti dal paese reale. Ciò che fa male constatare è il fatto che se siamo dove siamo e la crisi non accenna a diminuire, ciò dimostra che chi ci ha governato prima e lochi lo fa ancora oggi, sono stati e sono politici incapaci e non hanno fatto gli interessi del paese. Basta vedere i degrado morale in cui “questi signori” sono caduti e il dilagare sempre maggiore della corruzione. Se a ciò aggiungiamo la pessima situazione economico-sociale-morale in cui è caduta l’Italia, quella nazione che un tempo, in tutti gli ambiti, era una di quelle più progredite al mondo. Contrariamente, oggi l’Italia è diventata un paese dove crescono vertiginosamente le fabbriche che falliscono o che chiudono, la povertà, sempre più diffusa, la disoccupazione, i problemi sociali, la mancanza del lavoro ed un paese di esodati. Una nazione dove le  famiglie, i pensionati, la stragrande maggioranza fa, sebbene con enormi rinunce e sacrifici, fa ugualmente fatica ad arrivare alla seconda settimana. Una nazione dove aumentano i i suicidi per la disperazione e perché la crisi peggiora ogni giorno di più la situazione e si avverte il bisogno reale che si intervenga e lo si faccia rapidamente. E' necessario  uscire da questa morsa che ci opprime e che non fa balenare la speranza, bensì la più cupo pessimismo.

Invece, assistiamo al patetico teatrino della politica, in cui gli italiani sono ostaggio della litigiosità e dei veti incrociati dei partiti, dai loro sfacciati egoismi, dai vincoli dei poteri forti, dal differenziale di borsa sui titoli tedeschi lo “sprad”, dalle pressioni dei mercati finanziari e dalla politica affamatrice dell’Europa delle banche. In Italia è dal 25/02/2013 che ci sono state le elezioni politiche e nulla è successo se non un indecoroso stallo. Non abbiamo uno straccio di governo che responsabilmente affronti in parlamento le emergenze. Non viene avvertito minimamente il disperato grido di allarme che cresce ogni istante e viene dal popolo. Quegli italiani che vogliono essere ben rappresentati e governati con saggezza. Niente di tutto ciò che si può chiamare un atto di responsabilità ed amore verso i propri connazionali.

Anzi, tutti i rappresentanti istituzionali sono diventati l’esatto opposto, per cui è siderale la distanza che c’è far il paese reale e il paese legale che dimostra una cosa semplice: i politici presenti in tutte le istituzioni sono delegittimati dal popolo e non rappresentano minimamente la stragrande maggioranza degli italiani. E’ allora? Allora siamo costretti assistere anche alla farsa tragicomica  e al mercanteggiamento politico  per trovare l’inquilino del Colle. Poi, i nomi che sono usciti come candidati provenienti dei partiti sono il peggio del peggio perché riproducono il vecchio. Quel vecchio che non vuole morire mai e ama essere avvinghiato nei posti di potete per sempre. Come se le Itituzioni fossero una cosa che gli appartengono per nascita. Alcuni nomi che ricorrono, sono per lo più impresentabili ed invisi all’opinione pubblica, ma graditi ai poteri forti. Infatti, sono frutto solo di inciuci e di bassa cucina politica. Certi signori poi  hanno fatto male al paese e il bene  proprio, di altre nazioni, dei grandi speculatori di ogni risma e dei potentati economici.

Quindi, in base a questi fatti oggettivi, rilevo che i 1007 grandi elettori che in virtù dell’ art. 83 della costituzione: “Il Presidente della Repubblica è eletto dal Parlamento in seduta comune dei suoi membri. All'elezione partecipano tre delegati per ogni Regione eletti dal Consiglio regionale in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze. La Valle d'Aosta ha un solo delegato. L'elezione del Presidente della Repubblica ha luogo per scrutinio segreto a maggioranza di due terzi dell'assemblea. Dopo il terzo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta”,

sono chiamati a votare il nuovo Presidente delle Repubblica, ne eleggeranno uno che non sarà l’espressione della  volontà della stragrande  maggioranza degli italiani.

Dimostrare che non è così è assai difficile.

E’ vero questa è la legge ed ad essa dobbiamo attenerci.  Ma, le cose sbagliate vanno cambiate. Infatti,  in teoria, può essere eletto Presidente della Repubblica ogni cittadino che abbia compiuto cinquanta anni d'età e goda dei diritti civili e politici, in pratica, solo quelli che esprimono i partiti. E vi sembra giusto che ancora sia in vigore ciò? Una lacuna istituzionale che va corretta con l’elezione diretta del Presidente della Repubblica, soprattutto se la Costituzione stessa afferma che la sovranità appartiene al popolo che la esprime con il voto.

Ricordo la cattiva, quanto sfacciata abitudine dei politici, i quali quando si tratta di deliberare vantaggi che vanno a loro favore,  fanno passare rapidamente ed all’unanimità le leggi. Viceversa, quando si tratta di decidere per il bene degli italiani, rimandano le cose alle calende greche…Non deve essere più permesso questo indecoroso atteggiamento.

Inoltre, la legge in vigore che decide la modalità dell’elezione del Presidente della Repubblica, per prima cosa non è rispondente alle necessità dell’ epoca in cui viviamo e va attualizzata. Per seconda, va tenuta nella dovuta attenzione il sentire della stragrande maggioranza della gente e, capito in profondità l’anelito che viene dall’esito dei referendum. Le due cose hanno confermato che il primario desidero della maggioranza degli italiani è quello di vivere attivamente una democrazia diretta e non la tirannia dei partiti che sono realtà politiche fredde  assai distanti dal popolo.  Lontani dalla stragrande maggioranza degli italiani che, a più riprese, li ha nettamente e continuamente delegittimati. Per cui, piuttosto che assistere alle continue sceneggiate dei leader politici, diventa prioritario andare alle prossime elezioni il prima possibile e votare con l’obiettivo di liberarci definitivamente di tutti quei politicanti di mestiere che non meritano di rappresentare politicamente gli italiani e la nostra nazione.

Infine, non è sbagliato ribadire che, per quanto riguarda la prima carica dello Stato chi verrà eletto Presidente della Repubblica Italiana, da un lato ha sì la legittimità, per contro, la sua elezione al Colle non è il risultato del volere e del consenso  della maggioranza  degli italiani. Rappresenta solo 1007 grandi elettori non tutto il popolo del Bel Paese.

Allora, la domanda che sorge spontanea: come potrà essere il garante di tutti gli italiani, dell’unità del Paese, dell’imparzialità  e il simbolo dell’Italia all’estero?


Ettore Bertolini - Agenzia Stampa Italia

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