(ASI) Entro il 31 ottobre l’Agenzia delle Entrate dovrà ricevere da parte di banche, poste e società di gestione ed intermediazione del risparmio tutti i dati sui conti correnti, le movimentazioni degli stessi, gli investimenti, l’utilizzo delle carte di credito e persino delle cassette di sicurezza riferiti al 2011. In questo modo si rende operativo quanto previsto dal Decreto Salva Italia (dic. 2011). Il sistema, di fatto, annulla il segreto bancario, permettendo al fisco l’incrocio dei dati relativi ai contribuenti.
Malgrado da sempre sosteniamo tutti gli strumenti utili a combattere l’evasione fiscale, questo sistema non sembra affatto convincente, soprattutto sotto il profilo della tutela della privacy dei cittadini.
Poco importa, infatti, se il canale telematico utilizzato venga definito sicuro dall’Agenzia delle entrate. Il problema non è unicamente relativo a eventuali “fughe” di dati, ma anche alla tipologia di dati che l’Agenzia tratta in relazione ad ogni cittadino, dati che, molto spesso, hanno a che vedere con la sfera privatissima dell’individuo (salute, hobby, sfera sessuale, ecc.).
Un’ulteriore preoccupazione deriva dal fatto che l’attuale sistema possa andare a “scansionare” sempre e solo i conti dei soliti noti, accanendosi a scrutare ogni centesimo speso dai cittadini onesti, senza combattere la vera evasione fiscale.
Per questo ribadiamo la necessità di strumenti ed accordi realmente efficaci, in grado di colpire i piccoli, ma anche e soprattutto i grandi evasori.
Redazione Agenzia Stampa Italia
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