Che l’IMU fosse un balzello iniquo, capace di portare, come primo effetto, l’allargamento della forbice sociale e di creare frustrazione nel vedere aggredire un bene come la casa, ce n’eravamo accorti tutti. Ma c’è voluto il Rapporto dell’Unione Europea, che ha invitato a fare dell’Imu una tassa progressiva, per creare quella piccola rivolta di contribuenti che, sempre più in difficoltà nel far quadrare i conti, ora paiono intenzionati a seguire il consiglio di Tremonti di agire per fare dichiarare l’incostituzionalità della tassa. “Ancora prima del giudizio dell’Unione Europea – afferma l’avv. Patrizia Polliotto, Presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, Comitato Regionale del Piemonte, la valutazione di UNC sull’IMU è frutto delle numerose segnalazioni che arrivano ogni giorno ai nostri sportelli da parte dei consumatori che raccontano le difficoltà nel far quadrare i conti”.
È vero che la posta sul piatto è notevole, anche perché le entrate garantite dall'Imu sono state stimate in 24 miliardi di euro. Ciò non toglie che si tratti di un’imposta iniqua, che si abbatte indistintamente su tutti i contribuenti e, come tale, incostituzionale. L’Imu viola gli articoli 3, 47 e 53 della Costituzione, in quanto colpisce la titolarità di beni immobili, in modo erratico e casuale, senza considerare correttamente il loro valore e la situazione personale dei soggetti passivi, colpisce il risparmio investito in immobili, facendo crollare le quotazioni e la corsa alla vendita delle abitazioni, colpisce tutti, disoccupati e non, ricchi e poveri non tenendo conto del fatto che i cittadini hanno il dovere di concorrere alle spese pubbliche in ragione delle proprie risorse. È una vera e propria imposta contro la proprietà. “Sicuramente l’IMU è riuscita nell’intento di far cassa – prosegue l’avv. Polliotto, ma occorre prioritariamente modificare il sistema di applicazione della imposta. Nel frattempo, l’associazione che rappresento si rende disponibile a spiegare ai consumatori cosa fare per richiederne il rimborso. In primo luogo, fare istanza al proprio Comune per il rimborso della tassa pagata, spiegandone succintamente le ragioni di incostituzionalità. Successivamente, nel silenzio dell’amministrazione, il contribuente dovrà ricorrere, decorsi 90 giorni, alla commissione tributaria provinciale e chiedere la remissione degli atti alla Corte costituzionale”. UNC Piemonte, inoltre, sta valutando di sviluppare una class action per innescare un meccanismo di cui tutti si potranno, comunque, giovare. Per informazioni, ci si può rivolgere agli sportelli UNC del Piemonte o inviare una mail, con oggetto
UNC PIEMONTE si schiera a favore dei consumatori nella richiesta di rimborso ai Comuni
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