(ASI) L'ennesima sentenza di condanna, da parte della Corte europea dei diritti dell'uomo nei confronti del nostro Paese, riguarda stavolta "la violazione del diritto al rispetto dei legami familiari". La sentenza giunge dopo che un tribunale italiano non aveva consentito a un padre separato di vedere con continuità la figlia dopo la separazione con l'ex compagna.
Nel testo della sentenza si legge che, in Italia, "i tribunali non sono stati all'altezza di quello che ci si poteva ragionevolmente attendere da loro poiché hanno delegato la gestione degli incontri tra padre e figlia ai servizi sociali". La Corte ha pertanto condannato l’Italia sottolineando che “la procedura seguita dai tribunali è stata fondata su una serie di misure automatiche e stereotipate'', non adeguate a garantire il diritto al rispetto della vita privata e familiare, previsto dall’articolo 8 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà. Il padre in questione avrà quindi diritti ad un risarcimento di 25mila euro.
“L’Italia deve tener conto della sentenza della Corte europea dei Diritti dell’Uomo – ha dichiarato Roberta Angelilli, mediatore europeo per i casi di sottrazione internazionale di minori -. Ogni minore ha il diritto di godere dell’affetto di entrambi i genitori ed è necessario sempre e comunque garantire il principio del superiore interesse del minore, così come sancito dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Ue”.
Redazione Agenzia Stampa Italia
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