(ASI) “Di fronte alla inarrestabile emorragia di lavoro che segna l'Unione europea e l'Italia, la lista Monti, invece di indicare un'inversione di rotta sulla politica economica, continua con la ricetta della svalutazione del lavoro per recuperare competitività. In coerenza con i tentativi fatti lo scorso anno da Palazzo Chigi, il senatore Monti torna all'assalto dell'art.18 dello Statuto dei lavoratori”.
“A differenza di un anno fa, non ha il coraggio della chiarezza. Si utilizzano acrobazie linguiste e, come al solito, si strumentalizzano le drammatiche condizioni delle generazioni più giovani. L'obiettivo è sempre lo stesso: facilitare ancora di più i licenziamenti, così da ridurre il potere contrattuale dei lavoratori e delle lavoratrici e ridurre, come se non fossero già misere, le retribuzioni”.
“Data l'impossibilità di svalutare la moneta, si insiste a svalutare il lavoro. Così peggiorano le condizioni di tutti i lavoratori, padri e figli. È una strada non solo profondamente ingiusta, ma anche sbagliata sul piano economico: la svalutazione interna aggrava la recessione e determina l'aumento del debito pubblico. Avviene in tutta l'euro-zona e in particolare l'Italia. Di quale evidenza ha ancora bisogno la lista Monti? Il peggioramento di tutti gli indicatori macroeconomici non è chiaro? Per la ripresa, per sconfiggere la precarietà e riaprire il futuro a ragazze e ragazzi, è necessario rianimare la domanda interna, innanzitutto di investimenti produttivi. La ricetta Monti non funziona.
Redazione Agenzia Stampa Italia
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