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(ASI) “Per il Pd la politica deve riportare i lavoratori e il lavoro al primo posto dell'agenda in Italia. Le riscoperte tardive del dramma vissuto da milioni di disoccupati italiani da parte del premier in carica sono a dir poco inopportune. Il Pd ha un preciso piano per la creazione di posti di lavoro, concordato con i suoi alleati e ispirato a un fecondo equilibrio tra le istanze delle imprese e quelle dei lavoratori.
Non abbiamo bisogno di sirene elettorali, nè di lezioncine da parte di chi, nell'attuale governo, ha la pesantissima responsabilità di aver creato una figura unica nel panorama dell'occupazione mondiale: quella degli esodati. Il Pd andrà avanti con Vendola e Tabacci sulla strada della progressiva riduzione del costo del lavoro attraverso una redistribuzione equa e giusta delle risorse economiche tagliando innanzi tutto i troppi regali concessi dal governo in carica ai mondi che vivono di rendite finanziarie. E' ancora viva la nostra battaglia sulla tassazione sulle transazioni finanziarie finalizzata all'abbassamento delle imposte sul lavoro, battaglia persa per l'opposizione di Monti-Pdl e Lega alla nostra proposta. Si prenda ad esempio la prima e unica grande manovra anticiclica realizzata da una regione italiana, la Puglia, che dopo aver immesso nel sistema oltre un miliardo di liquidità nell'ormai lontano 2009, adesso, secondo i dati Istat, fa registrare un'impennata dell'export delle sue imprese e una ripresa del numero di nuovi occupati. Mentre c'era chi si gloriava dei ristoranti pieni, il governo regionale di centrosinistra Pd-Sel agiva per dare una prospettiva al suo sistema economico. Questi sono fatti e su questi fatti gli elettori che hanno a cuore il presente e il futuro di chi ogni mattina deve lavorare per poter mangiare, non possono non dare il loro consenso. Un governo Bersani è l'unico in grado di rimettere in moto l'Italia, un governo dei progressisti per il lavoro e le imprese”.
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