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Menardi (Fli): Italia, continua la marcia del gambero sugli investimenti

(ASI) Tramite un comunicato stampa di FLI si apprende che sono questi i passi principali dell’intervento a Palazzo Madama del sen. Giuseppe Menardi, responsabile nazionale Energia e Infrastrutture di “Futuro e Libertà”.

“La legge di stabilità in discussione appartiene alla categoria del pensiero recessivo: rimango fermo così non mi faccio male. E’ come se fossimo felici di pagare meno l’assicurazione della macchina perché non abbiamo avuto incidenti avendo lasciato l’auto in garage per tutto l’anno. In tutte le analisi economiche in tutti i periodi e a qualsiasi latitudine è scritto che non può perdurare una situazione in cui si applicano misure tipiche della fase recessiva dell’economia, perché la soluzione di quella situazione è il default.
Noi oggi leggiamo in questo provvedimento che i valori veri sono praticamente previsti solo per finanziare gli ammortizzatori sociali, la cassa integrazione in primis. Ma è ovvio che questa misura, poiché è una partita di giro, impoverisce e non crea sviluppo.
Da un decennio l’Italia perde circa l’1% all’anno di investimenti (spese in conto capitale) cioè 150 miliardi nel decennio che si concluderà proprio nel 2011. E così la nostra crescita è stata nel periodo (dieci anni) di 10 punti di Pil, la metà della media europea (20 punti). Per il 2011 è prevista una riduzione delle risorse per nuove infrastrutture del 14% in termini reali rispetto all’anno precedente.
Peraltro questa contrazione è accompagnata da una concentrazione delle risorse per infrastrutture in pochi capitoli di spesa.
Quattro sono i capitoli:
1) Fondo per le Aree Sottoutilizzate
2) Legge obiettivo
3) Ferrovie
4) Fondo rotativo per il cofinanziamento dei programmi europei
In essi è concentrato il 72% delle risorse destinate alle infrastrutture. Per l’Anas non è previsto alcun contributo annuale in conto capitale. Alla mancanza dei trasferimenti l’Ente potrà sopperire (è previsto nell’Allegato infrastrutture) con il pedaggiamento di tratte stradali convertibili in autostradali, delle tratte e i raccordi autostradali gestiti direttamente dall’Anas e l’anticipazione della messa in gara di concessioni autostradali. Ma va ricordato che aumentando il peso delle tariffe sull’utenza si aumenta il carico impositivo.
Per le Ferrovie la legge di Stabilità assegna 2086 miliardi riducendo del 10% lo stanziamento già previsto dalla legge Finanziaria 2010 per l’anno prossimo che era di 2318 miliardi.
Per la legge obiettivo non sono previste nuove risorse e l’ultimo stanziamento è stato indicato nel DL 185/2008 che prevede stanziamenti nel 2009 e 2010, già tutti destinati a gare in corso od approvate dal Cipe. A proposito mi sia permesso un inciso: molte delle opere approvate dal Cipe sono tutt’oggi ferme perché in attesa della registrazione o comunque dell’ultimazione dell’iter di approvazione.
Per il Fondo aree sottoutilizzate (Fas), anch’esso finito sotto la mannaia del taglio lineare, è previsto l’abbattimento del 10% degli investimenti previsti .
Ho fatto questo breve riassunto per testimoniare con i numeri la scelta anticrescita della manovra di stabilità, tuttavia credo sia nostro compito anche registrare l’assenza di iniziative che possono contribuire alla crescita senza intervenire direttamente nella spesa dello Stato com’era, con giusta intuizione del Presidente del Consiglio, il Piano casa: abbandonato a se stesso dal Governo, è finito in balia delle Regioni e degli apparati amministrativi periferici. Il risultato è stato praticamente zero (2700 domande in 63 delle maggiori città Italiane).
Ultimo riferimento all’energia, altro settore sul quale la scommessa della crescita può essere giocata e in questa legge di stabilità invece non viene colta. Concludendo, questa legge ci è imposta dalla contingenza economica, certo, tuttavia essa resta una occasione sprecata per invertire la rotta a favore della crescita”.

 

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