(ASI) Sempre più numerosi e spesso contraddittori, in questi giorni frenetici che precedono le elezioni, si susseguono proclami, appelli e preghiere dei politici agli italiani. Monti non fa eccezione. Anzi, mai come adesso il taciturno, ipocondriaco, cianotico e metallofonico professor Mario Monti (in arte il Transilvanico) è stato così redi-vivo e loquace.
Non passa giorno che, saltabbeccando da un emittente all’altra, non si rivolga agli italiani perché gli rinnovino la fiducia , gli assicurino il voto e gli lascino così proseguire il lavoro che aveva iniziato.
Anche Mastro Titta, l'ottocentesco storico "Operatore di Giustizia" dello Stato Pontificio chiedeva la stessa cosa: continuare "il proprio “lavoro”, cioè tagliare le teste dei malcapitati.
Analogie? Storia che si ripete? Chissà? Visti i presupposti e con il Paese in queste non felici condizioni, a causa della “terapia-Monti”, certamente gli italiani non possono permettersi di correre più rischi.
Anche perché, dare ancora fiducia al Professore e agli arroganti tecnici del suo corteggio significherebbe propensione all’autolesionismo e al masochismo.