Ebbene è appena uscito l’aggiornamento al rapporto Nens di Novembre:
Il centro-sinistra si appresta a governare e quindi si “accorgono” (Bersani nel paese delle Meraviglie?) che i conti del governo Monti sono farlocchi e buoni per gonfiare il petto in conferenza stampa.
Ecco un estratto del rapporto (vi prego di leggerlo):
Nella Nota di aggiornamento al Def (Nda) il governo ha presentato le ultime stime circa l’andamento dei principali indicatori di finanza pubblica per il 2012. Il peggioramento del quadro maturato in soli quattro mesi è piuttosto netto, e l’evoluzione delle previsioni governative è andata, per i principali saldi, nella direzione anticipata nel IX Rapporto Nens di finanza pubblica ossia di un generale peggioramento.
Questa correzione, tuttavia, potrebbe non essere sufficiente. Tenendo conto del pessimo andamento dell’Iva, presumibilmente dovuto all’incremento dell’evasione, l’avanzo primario per il 2012 potrebbe quindi collocarsi tra il 2,4 e il 2,6 del Pil (contro il 2,9 previsto dal Governo) mentre l’indebitamento netto raggiungerebbe un valore compreso tra il 2,9 e il 3,1 del Pil (contro il 2,6 previsto dal Governo). Nella peggiore, ma non improbabile, ipotesi, quindi, l’Italia non uscirebbe dalla procedura comunitaria per disavanzo eccessivo, il che renderebbe sostanzialmente obbligatoria una manovra immediata per il governo subentrante.La Nda contiene anche le previsioni per il 2013, anno di fondamentale importanza perché è prevista la realizzazione dell’obiettivo del pareggio di bilancio strutturale. Le previsioni della Nda sono sia a legislazione vigente (cioè prima della legge di stabilità) sia programmatiche. Le seconde sono caratterizzate da un peggioramento dei saldi di circa 0,2 punti di Pil, che è, infatti, l’entità dell’intervento previsto dalla legge di stabilità.
Tenendo conto degli effetti sui saldi degli interventi previsti nel disegno di legge di stabilità, l’avanzo primario del 2013 dovrebbe essere pari al 3,8% del Pil mentre l’indebitamento netto dovrebbe attestarsi al -1,8% del Pil. Tale ultimo valore dovrebbe comunque essere sufficiente a garantire il pareggio strutturale di bilancio nel 2013. Il problema di fondo è queste stime si fondano su previsioni macroeconomiche per il 2013 piuttosto ottimistiche. Modificando queste previsioni, anche sulla scorta di quelle formulate da istituzioni nazionali ed internazionali, si ottengono risultati molto diversi…..
Se, ad esempio, il tasso di crescita del Pil nominale nel 2013 scendesse allo 0,5%, e se si mantenessero le ipotesi di elasticità al PIL della spesa primaria e delle entrate che il Governo implicitamente considera nella NDA, l’avanzo primario e l’indebitamento netto peggiorerebbero nel 2013 di quasi 1 punto percentuale, portandosi rispettivamente al 2,9 e al -2,8%. Se la crescita nominale fosse nulla, vi sarebbe un peggioramento ulteriore di questi saldi, in quota di Pil, di 0,2 punti.La principale conseguenza di queste ipotesi è il mancato raggiungimento dell’obiettivo del pareggio di bilancio strutturale nel 2013. Infatti, mantenendo l’ipotesi del Governo che la correzione strutturale comporti un miglioramento dei saldi di 1,8 punti di Pil, l’indebitamento netto strutturale del 2013 si collocherebbe tra l’1 e l’1,2%, ben oltre i limiti di approssimazione normalmente ammessi per poter conseguire il pareggio di bilancio…..
Avete capito, c’è un un “probabile….” buco che ci aspetta nel 2013, ovviamente è colpa dell’evasione sull’IVA che sarebbe aumentata (ma non era diminuita, grazie alla “guerra” all’evasione?). Ovviamente ciò verrà imputato, a titolo di colpevolezza, alle (errate?) previsioni del governo Monti, troppo ottimistiche.
Su questo ultimo punto sono d’accordo col Nens, salvo che io lo scrivo da 10 mesi, mentre il “referente” Bersani del Nens se ne è stato zitto e buono a votare qualsiasi schifezza abbia partorito la mente del Governo Tecnico Monti, salvo poi accorgersi che… ooops contrordine compagni, “Monti racconta balle”, altro che “Manovre Finite”, appena saremo al governo ci sarà una nuova “inevitabile” stangata.
La verità, Signore e Signori, è che questi qui hanno bisogno di soldi per sopravvivere. L’economia reale, quella vera che produce ricchezza netta non riesce più a mantenere sussidi e apparati che rappresentano il corpo elettorale e la ragione sociale dei partiti, tutti i partiti in parlamento, non solo il PD.
Ecco spiegato il rapporto Nens, istituto fondato da Pierluigi Bersani presidente del consiglio in pectore. Incidentalmente lo stesso tizio che ha garantito SEMPRE il voto al Governo di Mario Monti.
Le prospettive si fanno davvero truci.
* Articolo introduttivo
Sono pochi i mesi che separano l’Italia dalla bancarotta. Non nutro più alcuna speranza nell’ipotesi che questo paese esca dalla crisi in regime di solvibilità. La scelta della classe dirigente italiana, avida di spesa pubblica, è stata quella di usare la leva fiscale per tirare a campare ancora qualche mese. Mario Monti è solo l’ultimo terminale di questi parassiti di Stato, la manovra economica di fine 2011 è la pietra tombale ad ogni residua speranza di cambiamento per questo paese.
Concludo con una sola riflessione:
Davvero pensate che i tanti italiani che sanno produrre ricchezza vera, ovvero senza aiuti di Stato, rimarranno qui a farsi tosare come pecore dai parassiti?
Non è questione di fuga di cervelli e capitali, sono le aziende vere, quelle che danno un contributo positivo al bilancio dello Stato a fuggre ora. Proprio nel momento in cui scrivo. E poi? Chi le pagherà le ridicole e criminali tasse che lo Stato impone?
La FIAT? I dipendenti pubblici? I dentisti?
Il 2012 sarà l’anno in cui l’Italia fallirà e con essa il suo sistema finanziario. Cominciate a farvene una ragione e agite di conseguenza.