La seconda cosa che bisogna guardare, non sono solo le percentuali, ma il numero dei votanti e i voti ottenuti. Ho sentito dire che, per esempio, a Catanzaro ha stravinto Bersani perché ha ottenuto il 54,6 % mentre Renzi il 23,4 %, ma nel capoluogo calabrese sono andati a votare poco più di mille persone, mentre a Perugia, dove ha vinto Renzi, sono stati molto più di diecimila. Dati eterogenei che vanno guardati con un minimo di obiettività.
La terza cosa, questa sì straordinaria e sorprendente, è il voto eccezionale dato a Renzi nelle Regioni cosiddette rosse, dove cioè dagli anni Settanta, ininterrottamente, hanno governato, sia pure con nomi ed alleati diversi, i bolscevichi. Questo significa il rifiuto, il rigetto, di un potere ingombrante, diventato insopportabile anche per gli stessi ex comunisti, che hanno visto in Renzi il nuovo Mikhail Gorbaciov che vuole portate in un partito ancora comunista, la perestrojka e la glasnost.
Fortunato Vinci – Agenzia Stampa Italia