Secondo l'agenzia i due colonnelli dell’ex An avrebbero spinto Meloni ad un ripensamento su una sua eventuale candidatura.
Antefatto. Durante il campo nazionale di Giovane Italia, Atreju 2012, l’ex Ministro della Gioventù aveva dichiarato di volere “un PdL che combatta questa battaglia in nome dei valori del centrodestra, che sia ricettivo verso i bisogni della società, che faccia le primarie e affronti la piazza. A qualunque costo”
Un partito che faccia le primarie, ovvero che affronti una sfida mai vissuta prima nel Popolo della Libertà.
Giovane Italia ha intravisto nelle primarie l’occasione della candidatura di Giorgia Meloni alla guida del PdL: un capo giovane, per anni presidente nazionale di Azione Giovani e, soprattutto, un politico legato alle tradizioni di una destra popolare e sociale.
Linee non chiare e disagio della base Il PdL ha mantenuto finora una posizione di appoggio aperto al Governo tecnico e, nel contempo, di contestazione alla linea politica montiana. Nelle realtà locali e nel movimento giovanile, poi, l’avversione all’esecutivo europeista è stata più volte manifestata più duramente e palesemente che non dai vertici di via dell’Umiltà.
Il problema del leader. La posizione non chiara verso Monti è stata ‘aggravata’ dall’uscita di scena di Berlusconi, vero collante del PdL. Proprio ieri Mario Baccini, in un editoriale comparso su L’Opinione, indicava nel Cav l’unico elemento capace di tenere insieme le varie anime del Partito.
Guardiani del faro. Baccini non ha tutti i torti, poiché dalla fine degli anni Novanta solo Berlusconi è stato capace di tenere saldi missini, democristiani, ex socialisti, radicali e liberali. Una forza piuttosto variegata quella che oggi incarna il centro destra italiano, variegata ma soprattutto bisognosa di un faro che ne illumini la rotta. Può Angelino Alfano essere guardiano di questo faro?
Sono molti i cori di aperto dissenso della base verso il segretario, oggi non più ritenuto capace di pianificare strategie vincenti.
Meloni e la ‘destra destra’. Chi sceglieresti tra Alfano e Meloni? Una domanda che alla base giovanile del PdL pare quasi scontata. Meloni, come il settanta-ottanta per cento dei ragazzi di Giovane Italia e Azione Universitaria ha origini aennine, viene cioè da una tradizione politica che affonda le sue radici in una destra popolare e sociale, capace di dare un’immagine ben delineata e definita di uno schieramento: “Chi siete?” “Siamo di destra”. Destra, appunto, non neo con, liberali, ‘alfaniani’ o democristiani, destra punto e basta.
La Russa e Gasparri verso un Fini bis? E gli ex colonnelli di AN con chi stanno? Riprendendo il flash dell’Ansa capiamo bene come La Russa e Gasparri appoggino Angelino senza porsi il problema di dare continuità ideale al cammino iniziato decenni fa nell’ MSI e in An. Altro discorso per Alemanno che, dalla destra “sociale e rivoluzionaria” difesa fino ai primi Novanta è passato al sostegno incondizionato ai ‘tecnici’. Quale la differenza tra un ex colonnello di An e Gianfranco Fini? Non è una battuta caro lettore, magari potessimo riderci sopra! La differenza non c’è perché, triste dirlo, gli uomini guida della vecchia Alleanza Nazionale hanno perso la bussola, incapaci di capire che passato e identità rappresentano le vere radici sulle quali edificare un progetto politico futuro, longevo e duraturo.
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