(ASI) Umbria - Il teatro 'Secci' del Caos di Terni conta il tutto esaurito per Nichi Vendola: un'ora di discorso durante il quale Nichi spazia dall'operaismo alla Gelmini, da Renzi a Giovanni Gentile. Nessun riferimento a Di Pietro e Grillo, neanche a Bersani; colpi duri invece a Renzi, vero spauracchio della corsa alle primarie del centro sinistra.
"Il lavoro pietra angolare della società" La citazione 'clericale', (prima lettera di San Pietro), genera un po' di dissenso tra i presenti, infastiditi forse dalla sconfinamento in terra 'consacrata'. Basta però un riferimento visivo, un'immagine del famoso dipinto di Pelizza da Volpedo per accendere gli animi e trasformare brusii e in apprezzamenti. Quel “ quarto stato armato di falce e perché no di martello” conquista e domina la platea.
Se il lavoro ha una centralità importante nelle parole di Vendola, altrettanta ne ha l'istruzione pubblica con un a critica secca e aspra al ministro Gelmini che, malgrado non più in carica, durante il suo ministero ha annichilito l'istruzione. Una donna vista come spauracchio non soltanto per la sua contestatissima riforma, ma anche per lo scarso spesso culturale che Vendola non lesina di contestarle: “neanche definibile fascista perché il duce per la riforma del ’23 si era rivolto ad uno dei più grandi filosofi italiani, Giovanni Gentile”.
“Strade ferrate ed autostrade del mare […] all’ ad di Trenitalia darei un calcio nel sedere: a questo Paese manca una ferrovia efficiente al servizio dei cittadini”
Sui trasporti Vendola non va leggero, in particolare sul settore ferrovie: per Nichi è tassativo velocizzare i collegamenti sulla Penisola, lasciando stare la Tav, un “servizio per pochi privilegiati”. E la questione Val Susa diventa pretesto per colpire Renzi, che proprio sulla Tav ha una posizione troppi tiepida, come non manca di far notare il governatore esprimendo, seppure in modo non troppo chiaro, il suo pensiero: “Cosa si aspetta Renzi? Di concentrare tutto il trasporto merci su gomma?”
Ma la bordata più dura arriva a fine serata: “Caro Matteo altre cose si rottamano, non certo le persone”
Una battuta secca e un po’ acida con la quale si conclude la trasferta umbria. Un saluto veloce ai sostenitori e via senza lasciare dichiarazioni alla stampa, "sono stanco e non ne ho voglia" dice allontanandosi rapido.
Marco Petrelli - Agenzia Stampa Italia
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