(ASI) Roma - Oggi, in Consiglio dei Ministri, sarà discusso il Decreto legge sulla Sanità che, ad oggi, non contiene alcun riferimento a provvedimenti a vantaggio dei soggetti attualmente esclusi dal processo di transazione, tra cui la maggior parte dei 600 pazienti emofilici, o loro familiari danneggiati dall’utilizzo di farmaci plasmaderivati infetti.
Nessun risarcimento, dunque, per molti di coloro che sono stati danneggiati in conseguenza di omessi controlli da parte di chi aveva il dovere di vigilare sulla salute pubblica. Negli anni ’80 e ’90 circa 500 emofilici hanno contratto il virus HIV (metà dei quali nel frattempo deceduti) e almeno 1.500 i virus dell'epatite (C,B, etc) e altre forme di epatiti. Gli ultimi decreti che si sono succeduti introducevano un termine di prescrizione prima di dieci anni e poi di cinque. Questo significa che il 70% delle persone che hanno contratto HIV e epatite C a seguito dell’utilizzo di prodotti plasmaderivati infetti, tra loro emofilici, talassemici, politrasfusi, vaccinati e altri, è escluso dal diritto ad un giusto risarcimento: il Decreto Sanità sembrerebbe non comprendere, infatti, alcuna modifica alla questione dell'iter transattivo per la risarcibilità dei soggetti danneggiati. Secondo la FedEmo, è dunque più che mai necessario quel provvedimento normativo ad hoc da parte del Ministero della Salute, che era stato promesso alle Associazioni dei pazienti nel corso di un incontro lo scorso 2 febbraio.
Per questa ragione la FedEmo, Federazione delle Associazione Emofilici, esprime la propria forte preoccupazione ed ha inviato al riguardo una lettera al Ministro della Salute, Renato Balduzzi.
In allegato il testo della missiva firmata dal Presidente FedEmo, il Dott. Gabriele Calizzani. Per maggiori informazioni, www.fedemo.it
Redazione Agenzia Stampa Italia