Pietra dello scandalo l'editoriale dedicato al XXXIII Meeting di Rimini, eccone un frammento:
Tutti gli ospiti del Meeting, a ogni edizione, sono stati sempre accolti così: da Cossiga a Formigoni, da Andreotti a Craxi, da Forlani a Berlusconi. Qualunque cosa dicessero. Poco importava se il Paese, intanto, si avviava sull'orlo del baratro. Su cui ancora continuiamo a danzare
Parole durissime tese a sottolineare come l'annuale incontro organizzato e curato da Comunione e Liberazione altro non sia che una passerella sulla quale si alternano politici, imprenditori, volti del jet set per rendere omaggio alla comunità fondata da don Giussani.
Particolare attenzione Fc la mostra al discorso inaugurale del Primo Ministro secondo il quale la crisi sarebbe ormai superata. Parole, punta il dito il settimanale dei vescovi, che cercano di dare sì una speranza, ma che in realtà stridono con larealtà di un paese giunto ad un tasso di disoccupazione giovanile del 10% e con dieci milioni di famiglie in difficoltà economiche. Un contrasto quello tra intervento e realtà dei fatti evidenziato anche da questo giornale nell'articolo dello scorso 19 Agosto: retorica che si infrange nella presa d'atto che la finanza internazionale non tenga conto degli sforzi affrontati.
Coglie nel segno Fc nel contestare i contenuti del discorso del premier; pecca invece di forma nell'attaccare Comunione e Liberazione, facendo così passare l'idea di una ennesima, stancante diatriba tra cattolici.
Il tono dell'editoriale non è certo degno di un settimanale della CEI, semmai di una testata politicamente schierata
Le posizioni, talvolta radicali, di Famiglia Cristiana non sono nuove: nell'agosto 2008 un editoriale di Del Colle denunciava rigurgiti fascisti nel governo di centro destra. Tema della polemica la proposta di prendere le impronte digitali ai rom gesto, secondo il giornalista cattolico, che ricordava la foto del bimbo ebreo nel ghetto di Varsavia.
Catto comunismo? Ma no. Solo l'aver perso di vista il proprio compito di analisi oggettiva del quotidiano, colpa forse di derive e sfumature politiche che annebbiano cuore e mente.
Se la critica a Monti è stata lecita e doverosa, la bacchettata alla comunità di don Giussani è stata fuori luogo e di cattivo gusto.
Marco Petrelli-Agenzia Stampa Italia