La "media war" scatenata da Stati Uniti, Israele, Qatar e Arabia Saudita contro Damasco. Le potenze occidentali hanno cercato in tutti i modi di intorpidire le acque, facendo circolare voci del tutto inventate per screditare, destabilizzare e disarticolare il fronte di Assad. La Siria ha recentemente accusato le agenzie di intelligence occidentali e arabe di complottare per diffondere queste false notizie ad arte, arrivando anche a progettare di oscurare o dirottare le frequenze dei canali satellitari siriani. "Una fonte del ministero dell'informazione ha avvertito che i servizi segreti occidentali stanno progettando, in collaborazione con alcuni partiti arabi, di dirottare le frequenze dei canali satellitari siriani": questo il timore dell' agenzia di stampa statale Sana . In sostanza il piano elaborato da Stati Uniti e Israele sarebbe quello di diffondere notizie false su un "presunto colpo di Stato", e a questo scopo potrebbero venire usati "presentatori siriani e giornalisti che lavorano per i canali arabi e occidentali". Allarmi simili sono stati trasmessi anche attraverso altri canali di informazioni ufficiali legati a Damasco come Siria Tv, Al-Dunia Tv e FM Sham. Non è la prima volta ministero dell'Informazione siriano ha messo in guardia su fuorvianti resoconti dei media che fingono di provenire da fonti ufficiali siriane. Facciamo qualche esempio: domenica alcuni canali satellitari hanno riportato la notizia di un bombardamento aereo in atto su alcuni quartieri di Damasco; questi rapporti tuttavia sono stati del tutto negati dai media statali ufficiali e sarebbero quindi una delle distorsioni e delle invenzioni pianificate a tavolino per destabilizzare la Siria. Intanto ora che la "media War" si fa più intensa, anche la qualità delle menzogne sta aumentando, il tutto per creare un contesto internazionale propizio all'autorizzazione di un intervento militare occidentale in Siria. Proprio ieri le Nazioni Unite infatti hanno deciso di inasprire le sanzioni nei confronti di Bashar al-Assad e del suo governo, un ulteriore passo in avanti verso la decisione, gravida di conseguenze, di bombardare Damasco.
Fonte: IRIB