(ASI) SCONTRI - Le elezioni si sono svolte ieri, ma sale la contestazione per le irregolarità commesse. Oggi l’etnia Karen ha ingaggiato scontri a fuoco con la giunta militare birmana nei pressi di Mae Sot al confine con la Thailandia. Le notizie fin ora apprese parlano di tre morti e di circa una diecina di feriti.
Gli scontri sarebbero iniziati da alcuni battaglioni della quinta Brigata del D.K.B.A. – Democratic Karen Buddhist Army – che domenica avrebbero occupato un seggio elettorale a Myawaddy - cittadina lungo il fiume Moei – e una caserma della polizia. Secondo la BBC gli scontri si stanno estendendo più a sud – nell’area delle Tre Pagode - dove l’esercito thailandese avrebbe fatto arrivare dei rinforzi, anche se, per ora, fa sapere che non risponderà agli spari. Secondo altre fonti, sempre in queste ore, si stanno spostando anche delle unità della K.N.L.A. – Karen National Liberation Army – molto probabilmente per attaccare e per aumentare la pressione sulla giunta militare birmana che occupa i territori Karen. Si parla di dieci, quindicimila rifugiati che si sono riversati in territori thailandesi. Intanto, oggi, è stato vietato dall’Ambasciatore birmano in Thailandia il visto a Kim Aris, figlio di Aung San Suu Kyi che intendeva visitare la madre che non vede dal 2000.
ELEZIONI - Anche se secondo le ultime indiscrezioni venute fuori da fonti ufficiali - che sono volute rimanere anonime - il principale partito di opposizione avrebbe preso più voti del previsto, molto alta è stata l’astensione alle urne, vista la mancanza di una reale condizione di trasparenza e vista l’esclusione di Aung San Suu Kyi.
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