(ASI) "Mettiamo fine al colonialismo adempiendo alle risoluzioni dell’Onu", recita un testo firmato dalla presidentessa argentina Cristina Fernandez de Kirchner, in riferimento alle isole Malvinas (che i britannici chiamano Falklands), nel trentesimo anniversario dalla fine della guerra con la Gran Bretagna per il loro controllo.
Dal 1965 sono state redatte 39 risoluzioni dell'Onu che fanno pressione ai due Paesi contendenti per intraprendere delle trattative e porre fine alle controversie sul controllo di queste isole. Ella ha inoltre ricordato che il "caso Malvinas/Falklands" scaturisce da una invasione britannica nel 1833, con conseguente espulsione delle autorità e della popolazione.
In commissione Onu, Alejandro Betts, un argentino che ha lasciato le isole dopo la guerra del 1982, si è fatto portavoce del malessere di tanti esuli argentini che, come lui, dopo che la Gran Bretagna "illegalmente e non democraticamente occupò le isole" sono stati costretti ad abbandonare la propria terra.
D'altro canto, è intervenuto nella questione Mike Summers, legislatore delle isole Falklands, il quale ha evidenziato i timori della popolazione di etnia anglo-sassone di queste isole a seguito del redivivo interesse argentino per la questione: "L'Argentina vorrebbe sbarazzarsi della nostra esistenza per soddisfare la sua brama ingiustificata per la nostra terra, ma un comportamento del genere appartiene ad un'altra epoca e non deve essere tollerato nel mondo moderno".
Federico Cenci Agenzia Stampa Italia
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