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(ASI) Bruciare pubblicamente un testo sacro di qualsiasi religione è un gesto sacrilego attuato verso chi ci crede. Uno sfregio al significato profondo e pacifico del termine religione. Allo stesso tempo l''offesa fatta ad una religione assume una valenza politica, un atto che può diventare  un chiaro attentato contro la pace nel mondo. Bruciare un libro sacro sotto i riflettori è una spettacolarizzazione mirata a far crescere e diffondere l'odio fra i diversi culti, un inaccettabile insulto alla civiltà e alla serena coinvivenza. Uno scempio che non può e deve essere permesso e tollerato. 

Quello che ha fatto il signor Terry Jones in Florida può essere interpretato come un gesto, cinicamente lucido, per fomentare l'odio e la guerra fra le varie religioni? A chi giovano queste squallide e disgustose azioni o pessime sceneggiate in salsa statunitense? Forse non è difficile dare una risposta dal momento che queste cose non sono mai fatte per caso, ma rispondono a certe logiche e devono produrre certi effetti...  Si deve favorire determinati processi epocali e chi vuole economicamente speculare sui conflitti e/o riaccreditarsi come potenza, ritagliandosi un ruolo egemone a livello mondiale. Per i potentati economici o/e gruppi di pressione, per le nazioni intriganti, il caos è la situazione giusta e la condizione ottimale per fare meglio i loro luridi giochi e gli affari sporchi di sangue. 

Una cosa è appurata e va precisata subito: chi compie questo gesto o è pazzo furioso o è un pericolosissimo criminale. In entrambi i casi deve essere drasticamente accomodato nelle galere, rieducato alla civile coesistenza. Altrimenti deve essere per sempre emarginato. Naturalmente la Repubblica islamica dell' Iran ha severamente condannato il gesto sacrilego.

Il fatto e il mis-fatto coompiuto da un sedicente pastore di anime che invece di predicare la pace, secerne odio e diffonde l'intollaranza religiosa.

L'instabile quanto controverso pastore Terry Jones della Florida, non è nuovo a queste tristi provocazioni contro la religione islamica. Infatti, più che un pastore il signor Jones deve essere considerato un losco quanto venefico predicatore. Uno fondamentalista molto  pericoloso, istigatore all'odio interreligioso. Un cattivo maestro che vuole mettere a rischio i fragili, pacifici equilibri, raggiunti faticosamente, fra le diverse credenze religiose. Quindi, non sorprende il fatto che come lo scorso anno ha di nuovo gettato benzina sul fuoco, rendendo il clima molto teso fra i rapporti che intercorrono tra Usa e il mondo islamico.

A distanza di tempo ha riperpetuando questa insana protesta nella sua chiesa a Gainsville. ha bruciato di nuovo il Corano, il testo sacro dei mussulmani. Quello che sconcerta è il fatto che nessuna autorità federale e statale Usa sia intervenuta per prevenire questa criminale azione. Secondo quanto riporta il Gainsville Sun, la motivazione per cui il pastore cristiano ha bruciato diverse copie del Corano, insieme ad un'immagine del profeta Maometto, è per protestare contro la detenzione in Iran. di un pastore cristiano

 Proteste del Governo della Repubblica Islamica dell'Iran

In una dichiarazione rilasciata domenica scorsa il Ministero degli esteri iraniano ha fortemente criticato e condannato sia chi ha commesso materialemtne questo insano sacrilegio e sia. gli Stati Uniti che l'hanno, “democraticamente”, permesso. 
Infatti, la sensazione che si ha dall'esterno è che le autorità statunitensi abbiano gestito male questa vicenda. Poi, il fatto che gli organi competenti dello Stato a stelle e strisce non siano intervenuti energicamente nei confronti del “reverendo” Jones e non abbiamo nemmeno preso nessuna severa misura nei suoi riguardi, è un eccesso in “tolleranza” molto sospetto e al contempo, comunque, è un errore grave che crea dei precedenti.

Al di là del personaggio Jones, molto bizzarro e contraddittorio che però assomiglia allo stereotipico dei predicatori statunitensio, per lo più calvinisti,  che da una parte tenevano in mano la Bibbia  e dall'altra brandivano la colt, ciò che preoccupa di più gli organi internazioni che lavorano per la pace e il rispetto interreligioso nel mondo, è il fatto che, a certi istigatori di professione, venga permesso tutto anche il compiere tali empietà.

Infine, la domanda che ricorre è: tali censurabili profanazioni possono in qualche modo provocare reazioni negative ca livello regionale e palnetario?  Per questi motivi la Repubblica Islamica dell'Iran ha biasimato l'atteggiamento troppo permessivista statunitense. Il non intervenire, prosegue la nota del ministero degli esteri, rende il governo degli Stati Uniti più responsabile; lo è di più anche nei confronti di chi compie sforzi per prevenire tali misure radicali. Per le autorità governative iraniane la provocazione sacrilega risponderebbe ad un progetto ben definito e teso a fomentare l'odio e la lotta contro l'Islam. Laboratori defilati, finanziati lavorano per pianificatore lo scontro di civiltà e di religione negli Stati Uniti e l'Occidente. Il ministero degli Esteri iraniano ha detto si augura che la comunità internazionale intervenga in favore della pace e del rispetto interreligioso, ma resta in attesa di gesti concreti in tal senso.

Posizione degli Usa.

Il Dipartimento di Stato americano ha definito «deplorevole» e «irriverente» il rogo di alcune copie del Corano e dell'immagine di Maometto. Il portavoce Victoria Nuland ha voluto ricordare che «questo è un atto di un individuo che in nessun modo riflette i valori del popolo o del governo americani.

 



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