(ASI) Negli ultimi giorni, la Polonia ha denunciato un atto deliberato di sabotaggio su una linea ferroviaria strategica. Il tratto interessato è la linea Warsavia-Lublino, che riveste un ruolo cruciale non soltanto per il traffico interno, ma anche come asse logistico verso il confine ucraino.
Secondo le autorità polacche, gli autori sarebbero due ucraini che avrebbero agito su mandato dei servizi segreti russi; al momento sono ancora in corso indagini interne.
La Polonia, come risposta all’atto di sabotaggio, ha deciso di chiudere il consolato della Federazione Russa nella città di Gdańsk, l’ultimo consolato russo operativo nel paese. Tuttavia la decisione non implica la rottura completa dei legami diplomatici con la Russia, in quanto l’ambasciata russa a Varsavia resterà del tutto operativa.
Il ministro degli Esteri polacco Radosław Sikorski, ha usato parole forti per definire l’attacco: non si tratterebbe semplicemente di un atto di sabotaggio, ma di un’azione con l’obiettivo deliberato di causare danni e minacciare vite umane.
L’episodio non sarebbe isolato: secondo analisti europei infatti, quest’ultimo evento farebbe parte di una serie di più operazioni riferibili alla guerra ibrida (ossia una strategia che combina azioni militari, informatiche, di intelligence e di sabotaggio) messa in atto dalla Russia. Ed è proprio su questa chiave di lettura che il generale Wiesław Kukuła, capo di Stato maggiore delle forze armate polacche, ha inscritto queste azioni come tentativi atti a creare un clima di insicurezza e terrore, utile a preparare scenari ben più aggressivi.
Il Cremlino, per mezzo della portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha dichiarato che la Russia ridurrà la presenza diplomatica e consolare polacca sul proprio territorio come misura di ritorsione. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, definisce il gesto come «illogico» e «privo di buon senso», accusando la Polonia di «russofobia», vero motivo dietro la decisione di Varsavia. È ormai chiaro che i rapporti bilaterali tra Russia e Polonia si stiano repentinamente deteriorando e che sarà sempre più complesso gestire ogni forma di diplomazia in questa finestra temporale, complicando non solo il confronto diretto tra Mosca e Varsavia, ma anche la gestione collettiva della crisi da parte di Unione Europea e NATO.
Carlo Armanni - Agenzia Stampa Italia



