(ASI) Bruxelles - Gli Stati Uniti e l'Unione Europea hanno raggiunto un importante accordo sui dazi che dovrebbe scongiurare una guerra commerciale che avrebbe potuto destabilizzare l'economia atlantica.
L'intesa che bisogna sottolineare, ha un valore meramente politico e nell'ambito delle relazioni internazionale (perché dal punto di vista giuridico deve essere sottoposta all'approvazione del Parlamento Europeo), è stata annunciata a seguito di una trattativa portata avanti dal Presidente Usa Donald Trump e dalla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen.
A tal proposito, di seguito alcuni dei punti chiave dell'accordo:
Tetto tariffario dazi del 15% per quasi tutti i beni dell'UE: dal 1 agosto 2025, gli Stati Uniti applicheranno un dazio massimo del 15% su quasi tutte le esportazioni dell'UE, come ad esempio su auto e loro componenti auto ( prima i dazi arrivavano fino al 25% oltre al dazio Most Favored Nation MFN).
Trattamento speciale per alcuni prodotti strategici: I dazi statunitensi su aeromobili e componenti aeronautici, su alcune sostanze chimiche, su alcuni farmaci generici o risorse naturali dell'UE torneranno ai livelli del 2024.
Acciaio, alluminio e rame: invece, i dazi su materie prime dell'industria pesante europea come acciaio, alluminio e rame, resteranno per ora al 50%.
Per l'ottenimento dell'abbassamento dei dazi statunitensi, gli Stati dell'UE si impegneranno : ad acquistare ulteriori 750 miliardi di dollari in prodotti energetici statunitensi nei promossi tre anni (come carbone, gas naturale liquefatto e petrolio) e a effettuare, entro il 2029, investimenti per 600 miliardi di dollari in vari settori negli Stati Uniti entro il 2029. Invece, le esportazioni statunitensi verso l'UE, inclusi i veicoli, non saranno soggette a dazi più elevati e, in alcuni casi, saranno esenti da dazio (come per alcuni prodotti agricoli e ittici).
Farmaceutici e semiconduttori: non c'è ancora un accordo omogeneo su questo punto tra USA e UE .
Le conseguenze politico - economiche per gli Stati dell'UE sono devastanti, poiché sebbene l'accordo abbia evitato il temuto dazio del 30% minacciato dal Presidente Usa Trump, il dazio del 15% rappresenta comunque sia un aumento significativo rispetto alla media precedente del 4,8% per le merci europee (+ 10,2%}. Alcuni paesi europei, come l'Italia, la Francia e la Germania, prevedono un impatto negativo sulle esportazioni e sul PIL.
Dunque, l'accordo sui dazi USA -UE , se da una parte rappresenta un compromesso che evita conseguenze economiche e commerciali peggiori, dall'altra, comunque sia, impone nuovi oneri per gli esportatori europei verso il mercato degli Stati Uniti che si assicurano importanti potenziali introiti in termini di acquisti energetici e impegni di futuri importanti investimenti.
Pertanto, gli Stati dell'Unione Europea che fino ad oggi avevano comunque sia mantenuto un ampio margine di autonomia economica e commerciale per quanto riguarda gli acquisti e le vendite nei confronti degli Stati extracomunitari, con la chiusura del mercato russo (fondamentale soprattutto per l'economia tedesca, locomotiva UE) hanno perduto una importante valvola di sfogo per i loro prodotti (stesso discorso vale per il Medioriente, da cui minacciosi venti di guerra rischiano di raggiungere ben presto il Vecchio Continente), così sono costretti ad acquistare prodotti statunitensi, non avendo né la forza politica, né militare di potersi opporre, nonostante le velleità di potenze mondiale di Germania e Francia.
Cristiano Vignali - Agenzia Stampa Italia
*Immagine generata con Gemini AI di Google.



