(ASI) Il 31 gennaio, nel 63° anniversario della rivoluzione Karen, la dirigenza dell’Unione Nazionale ha lanciato un chiaro messaggio al governo birmano: “anche se la nostra rivoluzione è in corso da 63 anni, dobbiamo ancora lottare, perché non abbiamo raggiunto l’obiettivo voluto da tutto il nostro popolo, che è uno Stato Karen con la libertà, la pace e l’autodeterminazione”.
Intanto, George Soros, nei giorni scorsi, si è recato in Thailandia, in una cittadina al confine con il Myanmar per informarsi sull’operato delle diverse organizzazioni umanitarie che portano aiuto al popolo Karen. Proprio sulla visita di Soros, in una nota della Comunità Solidarista Popoli, Onlus italiana che aiuta l’etnia Karen nelle zone interne, e che ha ufficialmente ricevuto l’incarico dall’Unione Nazionale Karen (KNU) per rappresentarla diplomaticamente presso le istituzioni italiane ed europee, si legge: “gli speculatori non si illudano. Una parte dell’Unione Nazionale Karen é ben informata circa le attività criminali dei gangsters finanziari, e non ha alcuna intenzione di vendere la Terra per la quale migliaia di uomini e donne si battono dal 1949. Girare al largo. Lo stato Karen resta una zona di guerra”.
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