(ASI) Nonostante i risultati economici del presidente argentino Javier Milei non siano ottimali, la ricetta liberista del primo mandatario piace ai mercati. Il drastico aggiustamento fiscale realizzato dal governo accompagnato da una politica di forti incentivi agli investimenti esteri sta generando fiducia nei mercati finanziari che ripagano con una forte discesa del rischio Paese - lo spread misuratoin relazione con i tassi della Federal Reserve - attestato in chiusura dei mercati a 914 punti.
Si tratta del livello più basso toccato da agosto del 2019 ad oggi e rispecchia le aspettative positive sulla solvenza raggiunta dallo Stato argentino riguardo le sue obbligazioni creditizie e sulla solidità del programma di riordinamento macroeconomico avviato dal governo.
Attualmente l'Argentina è oggetto di un forte interesse di capitali stranieri nei settori dell'energia e minerario grazie anche ai forti incentivi derivati dalla legge di promozione degli investimenti varata dal governo.
Buenos Aires sta ottenendo questi risultati anche grazie ad un portafoglio di finanziamenti per circa 8,8 miliardi di dollari da parte di organismi finanziari multilaterali; tra questi uno stanziamento di 2 miliardi da parte della Banca mondiale destinati a progetti su protezione sociale ed educazione del settore pubblico, mentre con la Corporazione finanziaria internazionale (Cfi) è stato accordato un finanziamento di 3 miliardi di dollari dedicati a progetti di investimento del settore privato nei settori minerario, delle energie rinnovabili, dell’acciaio, dell’aviazione e del commercio. Infine, con la Banca interamericana per lo sviluppo (Iadb) è stato trovato l’accordo per un credito di 2,4 miliardi su progetti nel settore pubblico riguardanti il miglioramento dell’accesso ai servizi energetici essenziali e l’efficienza del sistema di gestione fiscale.
Inoltre il governo punta a siglare un nuovo accordo con il Fondo monetario internazionale dopo aver onorato i suoi impegni relativi al pagamento del credito di 45 miliardi di dollari concesso nel 2018.
Fabrizio Di Ernesto per Agenzia Stampa Italia