(ASI) Cadono oggi, lunedì 10 giugno, i primi sei mesi del governo del presidente argentino Javier Milei, ed il bilancio per il politico ultraliberista non è certo buono. Le sue politiche sono fallimentari tanto che molti cittadini hanno già smesso di seguirlo e tutto il suo destino sembra legato alla legge Bases che mercoledì è attesa dal voto decisivo.
La crisi del governo conservatore e filoatlantico è iniziata con la bocciatura della norma alla Camera, proseguita con la crisi delle università - tagli al bilancio e massiccia manifestazione contro Milei -, oltre alla bocciatura del decreto necessità e urgenza (Dnu) al Senato.
Ad aggravare il quadro è arrivato il crollo del Patto di maggio, un appello del presidente rivolto a tutte le forze politiche che si è diluito, e si è ulteriormente approfondita con l’abbandono di Nicolas Posse, quale capo di gabinetto. Inoltre, nei giorni scorsi è imploso uno scandalo di corruzione su Capitale Umano, perseguito dalla stessa ministra Sandra Pettovello. Adesso tutte le scommesse dei libertari si concentrano sull'approvazione della legge Bases, strumento chiave per il management.
I risultati promessi in campagna elettorale non sono arrivati ed anzi gli argentini stanno anche peggio
La società di consulenza Articulat ha presentato un lavoro dal quale risulta che il 37,1% degli intervistati ritiene che l'aggiustamento statale sia pagato dalle classi inferiori, mentre solo il 13,6% ritiene che sia pagato dalla casta politica, come afferma Milei.
Fabrizio Di Ernesto - Agenzia Stampa Italia