(ASI) Lo sciopero generale di 24 ore indetto in Argentina indetto contro il governo dal principale sindacato del paese, la Confederazione Generale del Lavoro (CGT), ieri ha paralizzato il paese indiolatino. In strada c’erano solo i manifestanti, mentre le imprese e gli uffici sono rimasti chiusi con i trasporti completamente bloccati. L’adesione all’astensione dal lavoro è stata molto alta soprattutto in scuole, ospedali, banche e imprese.
Lo sciopero, sostenuto anche dalla Centrale dei lavoratori dell’Argentina era diretto contro le riforme liberiste portate avanti dal Governo di Javier Milei ed alla cosiddetta “legge omnibus” presentata dall’esecutivo al parlamento.
La “legge omnibus” o Legge delle Basi e Punti di Partenza per la Libertà degli Argentini, in corso di correzione al Senato, consente la privatizzazione delle aziende pubbliche, conferisce poteri legislativi al presidente e introduce numerose riforme di vasta portata, come la riforma del lavoro, nuove tasse e una serie di misure per incoraggiare i grandi investimenti.
Quello di ieri è stato il secondo sciopero generale contro il capo dello Stato ed a differenza del primo ha coinvolto anche il trasporto pubblico.
Il portavoce presidenziale, Manuel Adorni, ha attaccato la Cgt per lo sciopero generale e ha bollato la confederazione dei lavoratori come “i fondamentalisti dell'arretratezza”.
Il precedente sciopero generale contro Milei era avvenuto il 24 gennaio, appena 44 giorni dopo il suo arrivo alla Casa Rosada, quando migliaia di persone erano scese nelle strade di Buenos Aires e di altre parti dell'Argentina per dire “no” allo smantellamento dello Stato promosso dal presidente.
Fabrizio Di Ernesto - Agenzia Stampa Itslia