(ASI) Poco meno di una settima al ballottaggio per le presidenziali in Argentina, previste per il prossimo 19 novembre, i due sfidanti, il peronista Sergio Massa e l’ultraliberista Javier Milei, serrano le fila per convincere gli indecisi e chi al primo turno ha votato un altro candidato.
Massa, da parte sua,ha fatto appello al voto utile e alle larghe intese nell'ultimo dibattito in vista del ballottaggio di domenica. “Se dal 10 dicembre avrò la responsabilità di governare proporrò un governo di unità nazionale convocando i migliori rappresentanti di tutte le forze politiche senza distinzioni”, ha affermato l'attuale ministro dell'Economia, che deve fare i conti con una situazione molto delicata con l’inflazione al 140% e la mancanza di dollari americani sul mercato.
Nell'ultimo confronto elettorale prima delle urne, Massa ha promesso di cancellare le divisioni che fino ad oggi hanno consumato il paese indiolatino, mettendo all'angolo l'avversario che, dismessa la motosega anti-casta, sembra aver perso lo smalto dei mesi scorsi.
L’appello al voto utile sembra poter far breccia, tanto che anche Ricardo Alfonsin, figlio dell'ex presidente Raul Alfonsin, ha invitato a “turarsi il naso”mettendo in guardia dal “pericolo Milei per la democrazia”.
Dopo aver condotto una campagna elettorale all’attacco, proponendo anche la chiusura della Banca centrale e la totale privatizzazione dell’istruzione e della sanità, ora Milei appare in difficoltà tanto che nell’ultimo confronto televisivo ha sempre subitola strategia incalzante dell'avversario, apparso più preparato e con una ricetta strutturata per governare
Fabrizio Di Ernesto - Agenzia Stampa Italia