Blinken vola in Ucraina: “Insieme siamo più forti”

(ASI) Kyiv – Mentre non tende a diminuire l’intensità del conflitto, l’Ucraina potrà contare ancora a lungo sull’aiuto degli Stati Uniti. È quanto emerge dalla recente visita a Kyiv del Segretario di Stato americano.

Antony Blinken ha incontrato il presidente Volodymyr Zelensky, il Primo ministro Denys Smyhal, il ministro degli Affari Esteri Dmytro Kuleba e ha approfittato per rendere omaggio all’ambasciata statunitense a Kyiv. Occasione importante per ribadire inequivocabilmente che “gli Stati Uniti resteranno al fianco dell'Ucraina per tutto il tempo necessario”, come ha sintetizzato la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre.

Il viaggio è stato accolto con grande soddisfazione da Zelensky, il quale ha espresso sincera gratitudine per il costante sostegno dell’amministrazione Biden alla difesa dalle incursioni russe. “È una sfida difficile, è un periodo complesso per la nostra società, e apprezzo molto le visite degli alleati statunitensi”, ha esclamato.

Il presidente ha quindi rilanciato sulle forniture militari, chiedendo l’invio di più armi a lungo raggio, artiglieria, veicoli blindati. Per Zelensky è inoltre necessario potenziare la difesa aerea, al fine di proteggere le infrastrutture strategiche e la popolazione dai lanci missilistici del Cremlino.

Blinken ha replicato garantendo che Washington non abbandonerà Kyiv: “Siamo determinati a continuare a camminare al vostro fianco”. A suo dire, il supporto prestato non sarà solo di breve termine, ma contribuirà a rinvigorire la sicurezza del paese dinanzi a eventuali attacchi futuri.

Il Segretario di Stato ha poi precisato che non si tratta esclusivamente di modernizzare il settore della difesa. Al contrario, ha lasciato intendere in maniera chiara due cose. In primis, Washington si aspetta in cambio molteplici riforme relative alla democratizzazione dell’amministrazione pubblica e all’adozione dell’economia di mercato in linea con i principi occidentali. In secondo luogo, tutti gli armamenti forniti dovranno essere impiegati a scopi difensivi, senza cioè andare a esacerbare ulteriormente i toni già tesi del conflitto.

Risultano illuminanti, in merito, le parole pronunciate durante la visita all’ambasciata americana a Kyiv: “L’assistenza non ha alcun significato se non viene utilizzata in modo efficace e corretto. Siamo al fianco dell'Ucraina, ma siamo anche al fianco dei principi alla base del sistema internazionale”.

Un’atmosfera cordiale ha connotato, altresì, il faccia a faccia con il Primo ministro ucraino. Smyhal ha definito gli Stati Uniti “un partner strategico” e “un amico”. Oltre al cospicuo supporto militare, egli ha fatto notare come Washington abbia finora erogato complessivamente più di un terzo dei soldi destinati da tutti gli alleati al sostegno al bilancio statale. In aggiunta, un programma avviato nel giugno 2022 insieme alla Banca Mondiale ha immesso nelle casse dell’esecutivo quasi 18 miliardi di dollari. Una boccata d’ossigeno che ha consentito il corretto funzionamento della macchina amministrativa, il regolare pagamento di stipendi e pensioni, la realizzazione di progetti sociali destinati alle fasce più deboli della popolazione.

Il momento centrale della visita è stato senza dubbio incarnato dal colloquio con il ministro degli Esteri Kuleba. Nel corso del faccia a faccia e della conferenza stampa finale Blinken ha, infatti, annunciato un nuovo pacchetto di aiuti del valore di oltre un miliardo di dollari.

Andranno al settore militare più di 600 milioni, che si vanno ad aggiungere ai 43 miliardi stanziati fino ad oggi dall’inizio delle ostilità. Della somma restante, 175 milioni – come richiesto da Zelensky – rafforzeranno la difesa aerea, 100 milioni supporteranno le esigenze di lungo termine dell’esercito, 300 milioni aiuteranno le forze di polizia a riprendere e mantenere il controllo delle aree liberate con la controffensiva.

Per quanto riguarda l’assistenza umanitaria, 206 milioni di dollari saranno devoluti in favore degli sfollati ucraini. Accanto a ciò, Washington si è impegnata a costruire “alloggi di emergenza” per chi si è visto bombardare la casa, potenziare le cure mediche per i feriti, fornire cibo, acqua e generatori per contrastare la distruzione delle infrastrutture strategiche da parte dei russi.

E ancora, ci si concentrerà sullo sminamento, ovvero la bonifica di larghe porzioni di territorio dagli ordigni russi. Le forze dell’ordine ucraine saranno presto equipaggiate con veicoli americani resistenti alle mine. Potranno presidiare con maggiore sicurezza le zone calde di confine e le aree da poco riconquistate.

Blinken ha poi annunciato che il Dipartimento di Stato è al lavoro per sottoscrivere con le autorità ucraine “accordi di sicurezza sostenibili a lungo termine” nell’intento di allineare progressivamente le forze armate locali con le tecnologie della Nato. Gli accordi interesseranno le forze nel loro complesso – dalla terra al mare, fino all’aria – e includeranno la condivisione di informazioni oltreoceano.

Il Segretario ha stigmatizzato duramente la decisione di Putin di sospendere l’Iniziativa per il grano del Mar Nero. Blinken ha promesso che verranno trovati “percorsi alternativi” per consentire all’Ucraina di esportare il suo prezioso grano verso il resto del mondo, ivi compresi i paesi africani incalzati dalla fame.

“La guerra si sta rivelando un fallimento strategico per la Russia” ha scandito Blinken, ostentando ottimismo e prefigurando un’Ucraina “libera, resistente, prospera”. L’interlocutore, dal canto suo, ha descritto la conversazione “aperta e sincera”.

Il ministro degli Esteri ha ringraziato la Casa Bianca per autorizzato l’invio da parte degli alleati occidentali dei caccia americani F-16. Si è poi mostrato fiducioso – in attesa del pronunciamento del Congresso – sulla consegna dei missili balistici a lungo raggio ATACMS, di produzione statunitense.

Per cercare di placare i mal di pancia dell’opposizione repubblicana, Kuleba ha ribadito che l’Ucraina non sta combattendo solo per difendere se stessa: “Gli aiuti militari e finanziari non sono carità. Si tratta dell'investimento più redditizio per la sicurezza dell'Europa, dello spazio euro-atlantico, del mondo intero”. Ha precisato, inoltre, di non voler coinvolgere nei combattimenti sul campo i soldati degli Stati alleati: “Non abbiamo mai chiesto di inviare truppe americane in Ucraina e non lo faremo”.

Kuleba ha manifestato l’intenzione di “integrare l'industria della difesa ucraina con l'industria della Nato”. Ha annunciato l’organizzazione di un imminente “Forum delle industrie della difesa” con l’obiettivo di ammodernare le forze ucraine chiamando a raccolta le migliori aziende specializzate internazionali.

Il ministro ha proposto di sfruttare il fiume Danubio per neutralizzare la sospensione dell’Iniziativa per il grano del Mar Nero. La ripresa delle esportazioni verso paesi terzi permetterebbe di alleviare le sofferenze dei produttori cerealicoli nazionali, immettere denaro nelle casse statali e scongiurare la crisi alimentare incombente sui paesi africani più poveri.

Kuleba ha altresì incassato il pieno appoggio statunitense alla formula di pace di Zelensky. Sembra, quindi, che almeno per il momento Washington voglia considerare solo la proposta ucraina in caso dell’avvio delle negoziazioni per il cessate il fuoco. Un messaggio esplicito, questo, alla Cina di Xi Jinping, la cui proposta di pace è già stata più volte rigettata in quanto accusata di essere fin troppo ambigua.

“Chiunque nel mondo dubiti che l'Ucraina e gli Stati Uniti resteranno fianco a fianco fino alla vittoria, sbaglia”, ha chiosato trionfale Kuleba. Eppure, la sensazione è che si debba convincere più l’America stessa che non il resto del mondo.

Negli ultimi mesi, in effetti, è andato intensificandosi nel Congresso il malumore dei Repubblicani nei confronti del perdurante invio di armamenti e dello stanziamento di fondi in favore di Kyiv. Conscio di ciò, Blinken ha cercato di giustificare l’atteggiamento dell’amministrazione Biden parlando di “progressi concreti” nella controffensiva. “L'Ucraina ha riconquistato più del 50% del proprio territorio dal febbraio 2022. Ho grande fiducia nella vittoria”, ha soggiunto.

Marco Sollevanti – Agenzia Stampa Italia

 
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