(ASI) Bruxelles – Un’irriducibile difesa dei confini dell’Ucraina. Nel contempo, una temeraria salvaguardia dei valori fondanti l’Unione europea. Queste le argomentazioni al centro del discorso pronunciato da Volodymir Zelensky presso l’Europarlamento.
Nel corso della recente visita alle principali istituzioni dell’Ue, il Capo dello Stato ucraino ha avuto modo di incontrare i massimi vertici comunitari. Un’occasione preziosa per confrontarsi con i Primi ministri degli Stati membri riuniti nel Consiglio europeo e con i deputati convocati in seduta plenaria straordinaria nell’Assemblea parlamentare di Bruxelles.
Contingenza che Zelensky ha saputo sfruttare al meglio, dimostrando di possedere un’efficace arte oratoria unita alla buona conoscenza del meccanismo di funzionamento degli organi comunitari. Egli, infatti, ha abilmente modulato il registro lessicale e contenutistico dei suoi discorsi in base alla platea che di volta in volta lo ha ascoltato.
Nel Consiglio europeo – organo incaricato di delineare la linea politica dell’Unione – il presidente ucraino si è concentrato su questioni tecniche legate all’andamento del conflitto. Ai legislatori dei ventisette Stati membri, egli ha ribadito la necessità di estendere le sanzioni al settore nucleare e all’intera industria bellica della Federazione russa. Ha reiterato la richiesta di accertare ufficialmente i crimini commessi dall’esercito di Putin tramite l’istituzione di un tribunale speciale internazionale.
Ma soprattutto, ha implicitamente escluso la possibilità di porre fine alla guerra attraverso gli strumenti diplomatici, il dialogo, la mediazione. Al contrario, ha esortato i colleghi a potenziare l’assistenza militare finora fornita, inviando a Kyiv carri armati di ultima generazione, missili a lungo raggio, aerei all'avanguardia.
Tematiche e toni assai differenti hanno caratterizzato, invece, il suo intervento di fronte alla seduta plenaria dell’Assemblea di Bruxelles. Accolto calorosamente dalla presidente Roberta Metsola, nella sede della democrazia europea il Capo dello Stato ha accantonato discussioni prettamente tecniche. A esse ha preferito costanti riferimenti al senso di comunità, di solidarietà, ai principi di libertà, tolleranza che costituiscono la quintessenza dell’Europa.
Zelensky ha elogiato l’Unione della pace, dello stato di diritto, della società equa e pluralista. L’Unione dove tutti contano, hanno l’opportunità di realizzarsi e la facoltà di esprimere liberamente le proprie idee. Ha lodato l’Europa democratica dei trattati istitutivi, riflessa giorno dopo giorno nei dibattiti e nei procedimenti legislativi dell’Europarlamento. Come ha detto egli stesso, ha reso omaggio “allo stile di vita, al percorso di crescita, al modello sociale europeo”. Uno stile di vita in cui l’oratore afferma di identificarsi appieno: “Questa è la nostra Europa. Queste sono le nostre regole. Questo è il posto dove l'Ucraina si sente a casa”.
A tal punto che, la lotta per la libertà della patria arriva a confondersi con la lotta per la salvaguardia dell’Europa e dei suoi principi inviolabili, irrinunciabili: “Noi ucraini ci stiamo difendendo. Noi ucraini siamo sul campo di battaglia, assieme a voi”.
Perché, secondo Zelensky, la “guerra totale” di Putin ha due obiettivi. Quello immediato di “annientare lo stile di vita europeo dell'Ucraina” e quello ultimo di scardinare “lo stile di vita europeo in quanto tale, ovunque”. Un’offensiva dichiarata ai danni dell’Europa intera, in altre parole.
Un’offensiva lanciata da “un dittatore con enormi scorte di armi sovietiche”, il quale “ha completamente cancellato il valore sacro della vita umana”. In perfetta antitesi a quanto avviene a Bruxelles, Zelensky ha delineato l’odierna Russia al pari di un’autocrazia in mano alla corruzione, al nepotismo, ai favoritismi dei pochi in contrapposizione con la sofferenza dei molti. “Per il Cremlino i cittadini sono solo corpi da mandare a combattere in Ucraina, da arruolare, da mettere in riga. La regola della violenza e dell'obbedienza prevale sulla regola del diritto” ha asserito il presidente.
Nell’aula gremita di Bruxelles è risuonato un discorso dai marcati connotati emotivi, mirato a convincere i vertici comunitari delle profonde relazioni oggi intercorrenti fra Ue e Ucraina. Zelensky ha ringraziato l’ormai accertata vicinanza dei deputati, avvalorata da atti concreti sin dall’inizio del conflitto. Ha ricordato commosso la risoluzione con cui l’Europarlamento – a tempi record – avallò l’adesione di Kyiv all’Unione appena sei giorni dopo l’invasione: “È stata una scelta che ci ha motivato a essere resilienti e a proseguire convinti sulla nostra strada”.
Il valore complessivo del sostegno comunitario finora erogato alle casse statali di Kyiv ammonta – stando ai dati diffusi dalla Commissione europea – a quasi cinquanta miliardi di euro. Una mobilitazione senza precedenti, rapida e consistente, come lo stesso Zelensky ha evocato con riconoscenza.
Il Capo dello Stato – più volte interrotto da intensi applausi – ha incoraggiato i deputati a non demordere. Li ha sollecitati a continuare a supportare la resistenza ucraina in nome della vittoria contro “la più grande forza antieuropea di tutti i tempi”. Interloquendo con l’Europarlamento, egli si è voluto rivolgere a tutta la popolazione: “Ognuno di voi è importante. Ognuno di voi è decisivo. Ogni singolo cittadino ha la capacità di influenzare l’esito del nostro sforzo comune. Ciascuno può influire sulla vittoria comune”.
Prima di congedarsi, il saluto finale. Un augurio spassionato a riscoprirsi parti integranti della grande “casa comune europea” edificata sulle fondamenta solide della pace, della libertà, della democrazia: “Finché resteremo uniti e avremo a cuore il nostro avvenire, finché salvaguarderemo lo stile di vita europeo e il nostro bagaglio valoriale l’Europa sarà coesa, libera”.
Marco Sollevanti – Agenzia Stampa Italia