(ASI) Il 7 marzo 2023, Reuters ha riportato che Li Qiang, ex-segretario del Partito Comunista Cinese di Shanghai e stretto alleato del presidente Xi Jinping, è stato scelto come il prossimo premier della Cina: il Congresso nazionale del popolo, ramo legislativo del Parlamento, lo ha eletto con 2.936 voti favorevoli, 3 contrari e otto astenuti.
La sua nomina era già stata ampiamente anticipata dopo le dimissioni di Li Keqiang nell'ottobre 2022 ma è stato ufficialmente confermato nel ruolo solo l’11 marzo 2023, diventando il secondo membro più importante del Comitato Permanente del Politburo del Partito Comunista Cinese.
Questa decisione rappresenta un allontanamento dai tecnocrati che hanno guidato l'economia del paese, in favore di funzionari che dimostrano lealtà incondizionata nei confronti di Xi Jinping.
Li Qiang è nato il 23 luglio 1959 ed è stato segretario del partito a Shanghai dal 2017 al 2022 ed è stato membro del Comitato permanente del Politburo del PCC.
Li ha dimostrato la sua capacità di attuare le decisioni del presidente Xi Jinping durante il lockdown di Shanghai del 2022, dove ha gestito con fermezza la pandemia durata due mesi per contrastare la diffusione del Covid-19.
Li ha lavorato sotto Xi nella provincia di Zhejiang, insieme a Cai Qi e Li Xi, ed è stato considerato parte della cosiddetta "Nuova Armata di Zhijiang".
Xi ha consolidato il suo potere durante il congresso del Partito Comunista Cinese del 2022, assicurandosi un terzo mandato come capo del partito e promuovendo alleati che supportano la sua visione di maggior controllo sulla società e sull'economia: i due, tramite questa alleanza, hanno collaborato più volte insieme su importanti riforme del mercato azionario, precisamente per il rinnovamento della borsa di Shanghai.
Questo perché, nel suo quinquennio a capo del partito a Shanghai, Li Qiang aveva promosso molti accordi internazionali per gli investimenti apprezzati dal governo cinese.
In qualità di premier, Li Qiang sarà il massimo dirigente responsabile del rilancio dell'economia cinese, la quale ha subito i contraccolpi della politica di "zero COVID" per quasi tre anni.
Tommaso Maiorca – Agenzia Stampa Italia