(ASI) Bruxelles – A ormai un anno dall’inizio dell’invasione, Mosca sarà colpita da un ulteriore regime di restrizioni. L’Europa cercherà di indebolire ancor più la macchina da guerra di Vladimir Putin e isolare il Cremlino a livello internazionale.
“Stiamo stringendo la morsa sulla Federazione russa” ha dichiarato il 15 febbraio Ursula von der Leyen. Con tali parole, la presidente ha annunciato che la Commissione europea è al lavoro sul decimo pacchetto di sanzioni comunitarie.
Le misure saranno articolate in quattro punti. Avranno lo scopo di limitare al massimo la violenza sprigionata da un conflitto logorante, all’apparenza interminabile. “Putin non solo sta conducendo una guerra brutale sul campo di battaglia, ma sta anche bersagliando ferocemente i civili. Dovrà pagare per questo” ha sentenziato von der Leyen.
Al cuore del provvedimento vi è la ferrea volontà di ricorrere a ritorsioni economiche per soffocare la resistenza dell’apparato bellico moscovita. In primo luogo, è previsto un blocco all’esportazione di beni tecnologici e prodotti industriali essenziali da parte degli Stati membri Ue. Si tratta di beni vitali per equipaggiare le truppe, che Mosca non è al momento in grado di ottenere da paesi terzi. Dall’elettronica ai veicoli specializzati, dai componenti di macchinari ai pezzi di ricambio per camion e motori a scoppio, il divieto priverà l’avversario di merci per un ammontare di oltre 11 miliardi di euro.
In secondo luogo, verrà inibita l’esportazione dei beni a doppio uso, impiegabili cioè sia per scopi civili sia per scopi bellici. Nel mirino ci sono ben 47 componenti elettronici tecnologicamente avanzati che potrebbero rifornire droni, missili ed elicotteri russi, assieme ad attrezzature sofisticate come ad esempio le telecamere termiche.
La Commissione ha proposto di agire anche nei confronti di paesi terzi che finora hanno fatto affari con il Cremlino. Il riferimento è al regime iraniano e al corpo delle Guardie rivoluzionarie, accusate di aver approvvigionato le schiere russe di droni successivamente utilizzati per attaccare le infrastrutture civili ucraine. Sette entità legate alle autorità di Teheran sono già state aggiunte alla lista nera delle sanzioni europee. La presidente si è detta pronta a estendere le restrizioni: “Inseriremo nell’elenco le entità iraniane e di altri paesi terzi disposti a continuare a munire l’esercito russo di tecnologie sensibili. Ciò fungerà da deterrente per qualsiasi altra azienda o commerciante internazionale”.
In terzo luogo, il decimo pacchetto inasprirà la lotta alla propaganda filoputiniana. Propaganda che sfrutta elaborate tecniche di manipolazione delle notizie o fabbricazione di notizie false nell’intento di screditare agli occhi dell’opinione pubblica il governo di Zelensky e i suoi alleati globali, Unione europea compresa. Von der Leyen ha parlato di “un esercito di propagandisti e reti di disinformazione” indaffarati a diffondere “bugie tossiche”. Contro di loro sono in preparazione ulteriori sanzioni.
Tuttavia, affinché le restrizioni risultino davvero efficaci è necessario vigilare sulla loro corretta ed effettiva applicazione sia a livello comunitario sia da parte dei paesi terzi. Stanno dunque per essere varate nuove misure orientate a scoraggiare l’elusione delle penalizzazioni a opera di Putin e della sua cerchia di fiancheggiatori. “Rintracceremo gli oligarchi che cercano di nascondere o vendere i loro beni” ha affermato la presidente della Commissione. È in dirittura d’arrivo l’istituzione, a livello comunitario, di una banca dati che cataloghi il valore reale delle ricchezze finora sequestrate agli oligarchi e ne specifichi l’esatta localizzazione. Il tutto per evitarne l’occultamento e favorirne l’utilizzo per finanziare la ricostruzione dell’Ucraina.
Relativamente all’atteggiamento degli Stati esterni all’Ue, von der Leyen ha annunciato l’imminente organizzazione di un “Forum di coordinamento delle sanzioni” incaricato di riunire tutti i partner europei e sensibilizzarli ad applicare integralmente i provvedimenti concordati. Bruxelles è già da tempo in costante contatto con i paesi terzi per incoraggiarli a contrastare l’elusione delle restrizioni da parte del Cremlino. A tale scopo è stato persino nominato un “Inviato speciale internazionale per l'implementazione delle sanzioni dell'Ue”. Si tratta dell’irlandese David O'Sullivan, ex ambasciatore dell’Unione presso gli Stati Uniti ed ex Segretario generale della Commissione europea.
Marco Sollevanti – Agenzia Stampa Italia