(ASI) È necessario sostenere la crescita e stabilizzare occupazione e prezzi. Questa è l'urgenza sottolineata ieri dal primo ministro cinese Li Keqiang, citato da Xinhua, durante una doppia visita presso il Ministero delle Finanze e la Commissione Nazionale per lo Sviluppo e le Riforme.
Il capo di governo del Paese asiatico ha colto l'occasione anche per evidenziare gli sforzi sin qui compiuti dalla leadership per consolidare la tendenza al rialzo della ripresa economica e promuovere lo sviluppo dopo il netto rallentamento dello scorso anno, segnato da diversi momenti di recrudescenza della pandemia.
A seguito della svolta, decisa da Pechino tra novembre e dicembre, rispetto alla stringente politica zero-Covid e del declassamento, a partire dallo scorso 8 gennaio, dell'infezione da SARS-CoV-2 da malattia di Classe-A a malattia di Classe-B, l'economia cinese è tornata a crescere a ritmi sostenuti, registrando uno slancio pienamente confermato qualche settimana fa dagli indici PMI relativi al mese di gennaio.
I rischi, ovviamente, non sono ancora scongiurati, o almeno non del tutto. Restano criticità, anzitutto esogene, da affrontare, a partire dalle conseguenze globali della guerra russo-ucraina, in particolare sull'Europa, partner commerciale imprescindibile per la Cina. La preoccupante spirale inflazionistica, trainata dai costi energetici, che sta attanagliando il Vecchio Continente costituirà indubbiamente il grande punto interrogativo del 2023.
Sullo sfondo, per Pechino, restano poi da ridefinire le relazioni con gli Stati Uniti per cercare quanto meno di smussare gli angoli più spinosi dello scontro commerciale in atto ormai da cinque anni, addirittura inaspritosi sotto l'Amministrazione Biden estendendosi al complicato dossier dei semiconduttori.
Se nella sua visita alla Commissione Nazionale per lo Sviluppo ha ribadito l'importanza del processo di costruzione dei progetti di riforma e del miglioramento degli strumenti tecnici per realizzarli, nel suo incontro al Ministero delle Finanze Li Keqiang ha elogiato il ruolo svolto dai dipartimenti finanziari nell'attuazione delle misure (ordinare e straordinarie) di rimborso, dilazionamento e riduzione fiscale che, soprattutto durante la fase emergenziale pandemica, hanno garantito alla popolazione le condizioni di sostentamento fondamentali.
«La Cina ha conseguito grandi successi di sviluppo negli anni recenti, malgrado sfide probanti», ha detto il primo ministro, riconoscendo alle autorità per le riforme e ai dipartimenti finanziari il contributo decisivo nell'implementazione delle politiche macro, nella stabilizzazione dell'economia, nella promozione delle riforme e dell'innovazione, e nella risoluzione delle difficoltà più stringenti maggiormente sentite dalla popolazione.
Massicci interventi mirati alla defiscalizzazione per le imprese e alla semplificazione della pubblica amministrazione erano già stati messi in campo a partire dal 2015, quando Xi Jinping introdusse la riforma strutturale dell'offerta, pietra angolare della trasformazione del Paese da un'economia ad alta intensità di manodopera, trainata dall'export, ad una più innovativa, caratterizzata dall'alta intensità di capitale e tecnologia, trainata dai consumi interni, che dovrà spianare definitivamente la strada allo «sviluppo di alta qualità» e alla «modernizzazione socialista» entro il 2035.
Nel 2021, il contributo di questi ultimi alla crescita è stato pari al 79,1%, in aumento del 4,4% rispetto al 2020, per effetto di vendite al dettaglio di beni che hanno raggiunto un volume complessivo pari a quasi 7.000 miliardi di dollari, facendo della Cina il secondo mercato di consumo al mondo, dopo gli Stati Uniti.
«Al momento l'economia cinese sta riprendendo slancio da quando i consumi sono ripresi ad un ritmo accelerato in gennaio e febbraio mentre le aspettative di mercato si sono significativamente rafforzate», ha spiegato il primo ministro.
Pur in assenza di esigenze straordinarie, dunque, il governo dovrebbe procedere in questa direzione per centrare sia gli obiettivi generali del 14° Piano Quinquennale di Sviluppo Socio-Economico (2021-2025) sia quelli specifici del piano Made in China 2025, nell'ottica di un miglioramento del clima per gli investimenti anche attraverso una serie di agevolazioni fiscali per le piccole e medie imprese, parte delle quali vincolate al raggiungimento di precisi obiettivi in termini di innovazione e sostenibilità.
Ai suoi interlocutori di ieri Li Keqiang ha chiesto un lavoro efficace nella stesura tanto del piano di sviluppo economico e sociale per il 2023 quanto del rapporto di bilancio, allineandone i contenti con quelli del rapporto di lavoro del governo. Ha inoltre chiesto sforzi per riassumere il lavoro del governo in modo realistico, pianificare scientificamente i compiti fondamentali ed accettare la supervisione dei cittadini, in linea con la legge.
Andrea Fais - Agenzia Stampa Italia