(ASI) In Perù è sempre più grave la crisi politica e sociale che ha investito il Paese. Per arginare le proteste l’esecutivo ha ora decretato lo stato d'emergenza. Nelle ultime cinque settimane sono stati registrati almen42 morti per via delle manifestazioni contro la presidente Dina Boluarte.
Una situazione che sta avendo ripercussioni negative anche sul turismo con numerose disdete da parte di stranieri che stanno costando alla nazione indiolatina milioni di dollari.
La decisione arriva dopo l'annuncio di nuove imminenti mobilitazioni verso la capitale, Lima, per il timore di nuovi scontri. Il provvedimento, della durata di 30 giorni, riguarda le regioni di Lima, Cusco, Callao e Puno, e autorizza i militari a intervenire in supporto alla polizia per mantenere l'ordine pubblico. La misura sospende inoltre i diritti di inviolabilità del domicilio e di transito nel territorio nazionale.
Questa scelta punta a frenare i disordini iniziati il 7 dicembre, quando la vicepresidente Boluarte ha preso il posto del presidente Pedro Castillo esautorato. Il capo dello stato è stato destituito dal Congresso guidato dall'opposizione di destra con una procedura di impeachment per “incapacità morale”, poche ore dopo un tentativo di golpe. Castillo aveva infatti annunciato lo scioglimento del Parlamento, il coprifuoco e l’istituzione di un governo di emergenza con la soppressione delle garanzie costituzionali.
Già nelle scorse settimane, nel tentativo di placare le proteste Boluarte - che i manifestanti ritengono una traditrice del socialismo - ha anticipato il voto a dicembre 2023, ma i movimenti di protesta chiedono che la presidente lasci subito e reclamano la liberta' di Castillo, ora in carcere per ribellione.
Fabrizio Di Ernesto - Agenzia Stampa Italia