(ASI) Importante telefonata, nelle ultime ore, fra i ministri della Difesa di Washington e Mosca per evitare “errori di calcolo” per scongiurare uno scontro diretto tra loro.
Dall’avvio dell’operazione speciale in Ucraina, iniziata lo scorso 24 febbraio per difendere le popolazioni russe del Donbass, il capo del Pentagono, Lloyd Austin e il suo omologo del Cremlino, Sergei Shoigu, si erano parlati solo una volta, il 13 maggio. La conversazione di ieri è stata centrata sui “temi di attualità della sicurezza internazionale e soprattutto della situazione in Ucraina”, ha confermato il dicastero del governo di Vladimir Putin. Washington ha chiesto formalmente –in base a quanto sostenuto dalla nota del dipartimento alla Difesa - di “mantenere aperti i contatti” sul campo al fine di una risoluzione pacifica della crisi. Avrebbe sottolineato inoltre, secondo quanto dichiarato da alcune fonti citate dal quotidiano “Il Giornale”, la necessità di una tregua.
La stessa offensiva su Kherson e l'evacuazione dei civili rientrerebbero negli sforzi in vista di un ipotetico spiraglio di pace. L'idea di fondo, sviluppata presumibilmente dai contatti riservati tra le due superpotenze, sarebbe un'iniziale congelamento delle linee, in stile Corea, che poi porterebbe a veri negoziati sullo status dei territori occupati. Un possibile piano punta a un'Ucraina confederale, come la Svizzera, con ampi poteri regionali alle aree contese. Il percorso diplomatico è tuttavia accidentato per le molteplici divergenze esistenti tra le parti coinvolte nel conflitto e per quelle, che vanno oltre l’Ucraina, in seno ai cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’Onu.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia