(ASI) Roma, - “Oggi ricorrono i 74 dalla sottoscrizione dell'Alleanza Atlantica, la "NATO". Questo è un compleanno particolare: l'alleanza che per lungo tempo sembrava destinata a un ruolo marginale, venuta meno la minaccia sovietica e dimostratasi poco efficiente in alcune delle più importanti situazioni di tensione degli ultimi anni si è risvegliata in questo 2022 al centro del panorama geopolitico.
Con l'Unione Europea che ancora fatica a dotarsi di una politica di difesa comune, l'importanza di avere un organismo di condivisione dello sforzo militare è essenziale. I singoli Stati europei, compresa l'Italia non sarebbero in grado di reggere l'onda d'urto dei nuovi colossi, aldilà della Russia, si pensi alla Cina o all'India che di fatto rappresentano per risorse naturali e umane un subcontinente che potrebbero dettare legge nei diversi contesti geopolitici. E' innegabile che se Paesi piccoli come Estonia, Lituania, Lettonia o anche Polonia non avessero aderito al Trattato probabilmente oggi sarebbero poco più che vassalli di Mosca. L'Alleanza rappresenta per questi e per altri Paesi un ombrello che garantisce da ingerenze esterne. Non serve a esportare la democrazia. Serve a tutelare il proprio Stato. La Nato è infatti un'alleanza difensiva e questa ne è l'essenza. Difendersi dagli attacchi di Paesi terzi. Ciò che però va detto oggi è che gli attacchi non sono più solo quelli diretti di tipo militare, ma anche quelli indiretti che mirano a destabilizzare i nostri Paesi indebolendoli dall'interno. Il nostro auspicio è che la nostra Alleanza possa evolversi, rafforzando la cooperazione e trasformarsi da semplice forza deterrente a un'Alleanza d'intervento nei contesti in cui vengono lesi gli interessi dei Paesi aderenti” - Così Gabriele Giovannetti, Segretario generale dell’Istituto Milton Friedman Institute.