(ASI) "La Francia è determinata a fare tutto il possibile per proseguire gli sforzi di mediazione". Lo ha dichiarato il presidente, Emmanuel Macron, al termine di un incontro, oggi a Kiev, con l'omologo Volodymyr Zelensky. Vladimir Putin – ha evidenziato il numero uno di Parigi in conferenza stampa al termine dell’ incontro con il suo omologo che lo ha accolto con grandi onori – mi ha detto ieri che “non ci sarà un’ escalation” in Europa orientale.
Ha reso omaggio poi al “sangue freddo”, mostrato dalle truppe del padrone di casa, nei confronti di quelle nemiche presenti nel Donbass. Dura la reazione, arrivata a stretto giro, da parte del Cremlino. Le nostre richieste di garanzia di sicurezza non sono state accolte con favore dall’ Occidente. Il problema rimane per noi aperto e cruciale. Il portavoce dello Zar, Dmitry Peskov, ha tuonato così nei confronti dell’ atteggiamento aggressivo della Nato.
L’ attenzione mondiale è rivolta ora, a Berlino, dove vi sarà un incontro tra gli esponenti della nazione d’ Oltalpe, della Germania e della Polonia. Occhi puntati anche sul faccia a faccia previsto, il 10 febbraio a Mosca, tra il ministro Sergej Lavrov e il capo della diplomazia del Regno Unito Liz Truss.
L’ Italia lavora “per evitare il rischio preoccupante di un’ escalation”, ha fatto sapere Roma per bocca del responsabile della politica estera Luigi Di Maio. Il Patto Atlantico “non può certamente rinunciare al principio della ‘Porta Aperta’, ha posto in risalto parlando alle commissioni congiunte Esteri e Difesa di Camera e Senato. Il percorso di riforme interne, richiesto all’ Ucraina per diventare ufficialmente membro della realtà militare guidata attualmente da Jens Stolteberg, “è ancora incompleto” e rappresenta “una linea rossa” per la Russia, ha concluso.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia