(ASI) "La Turchia e il Qatar hanno contribuito al trasferimento di armi dalla Libia verso Hamas nella Striscia di Gaza, quelle stesse armi che sono servite a colpire Israele. Lo riferisce il quotidiano israeliano "Israel Hayom", secondo cui Hamas ha usato e sta usando armi, tecnologia e missili che erano stati contrabbandati a Gaza attraverso la Libia.
Il giornale di Tel Aviv ha citato fonti dell'intelligence, secondo le quali i miliziani di Hamas hanno anche ricevuto un addestramento da mercenari siriani in Libia, aggiungendo che Israele aveva scoperto che una parte delle armi, munizioni e tecnologia erano state contrabbandate ad Hamas attraverso la Libia passando per l'Egitto, e da lì attraversato il Sinai fino a Gaza, sottolineando che in alcuni casi erano state anche contrabbandate via mare.
Il rapporto del giornale afferma che la situazione in Libia è ancora molto fragile e instabile nonostante l’impegno del Governo di unità nazionale guidato da Abdul Hamid Dabaiba, che è però più una risposta politica che rispecchia gli equilibri internazionali, voluta dalle diverse potenze, ma non un'espressione dell'equilibrio interno dei poteri e del desiderio popolare dei libici. Il governo libico di unità nazionale ha infatti poca autorità e forza sul campo, come si può evincere anche dal fatto che il premier Dabaiba non può visitare Bengasi ed è stato invitato a non visitare Sirte e Sabha.
A causa della complessità della situazione in Libia, è stata condivisa e garantita dalle forze internazionali più legate al Paese la necessità di una fase transitoria per rafforzare lo Stato, eliminare il caos anche legato al traffico di armi e alla forte presenza di milizie armate, per espellere progressivamente i mercenari ed allontanare le potenze straniere che ingeriscono sugli affari interni. Secondo le informazioni diffuse dal quotidiano "Israel Hayom" è confermato che le potenze internazionali condividono che l'uomo chiamato a gestire la fase preliminare e transitoria del potere per i prossimi cinque anni sarà il maresciallo Khalifa Haftar, la persona che ha maggior influenza sul territorio, divenuto unico argine contro il terrorismo nella regione. Le stesse informazioni confermano che Haftar governerà la Libia in questa prossima fase vincendo le elezioni previste per il 24 dicembre 2021 ma che potrebbero essere rinviate a maggio 2022.
In caso di fallimento del percorso elettorale, secondo il quotidiano, Haftar governerà attraverso il controllo del territorio, anche concludendo la battaglia che il suo esercito conduce da molto tempo contro le milizie di Misurata. L’esercito infatti è più forte dopo la neutralizzazione della Turchia nel quadro dei nuovi orientamenti e delle alleanze regionali di Erdogan. Tutte le informazioni confermano che dopo il fallimento di tutti i tentativi di allontanare Khalifa Haftar dall'establishment militare, il maresciallo è diventato l’unico leader libico a non poter essere più sconfitto.
Secondo le informazioni disponibili, Haftar, che ha ricostruito completamente l’esercito, è agli occhi di tutte le forze dell'intelligence, l’uomo forte che ha ottenuto il consenso delle potenze internazionali guidate dagli Stati Uniti e dalla Francia e che può soddisfare anche le esigenze che la situazione interna richiede. Secondo le indiscrezioni, Haftar non vuole rischiare di lasciare un vuoto nell'esercito perché si tratta del suo principale supporto al potere, e vuole quindi continuare a controllarlo, alfine di stabilizzare il governo libico e preparare la sua possibile successione.
Il figlio del Maresciallo, Saddam, sempre secondo il quotidiano israeliano, ha dimostrato alte capacità in tutte le missioni a lui affidate sul campo e potrebbe quindi diventare il candidato naturale alla successione del leader. Il giornale ritiene che il Maresciallo Haftar sia in grado di prendere il completo controllo politico e territoriale della Libia in sicurezza durante la fase di transizione, soprattutto perché le possibilità di vincere le elezioni nella fase successiva sono considerevoli, in virtù dalla sua forza data dal fatto di poter unire il controllo del territorio alla capacità di ottenere il fondamentale sostegno tribale. Infatti, sarà proprio Haftar ad essere determinante nella scelta della prossima squadra che guiderà la Libia dopo le elezioni programmate per quest’anno ed è fortunatamente l’unico ed ultimo argine al terrorismo e all’Islam politico in Libia e nella regione." Così in una nota Alessandro Bertoldi, Direttore esecutivo Istituto Milton Friedman Institute.