(ASI) Una modifica, degli accordi di Minsk o della sequenza della loro attuazione per porre fine al conflitto, porterebbe a un massacro nella parte orientale dell’ Ucraina.
Lo ha dichiarato, senza mezzi termini questa mattina, il ministro degli Esteri russo durante un'intervista all’ agenzia di stampa Ria Novosti. Sergey Lavrov ha sottolineato che Il presidente ucraino Volodymyr "Zelenskyy dice: 'Non mi piace, beh, dovrebbe essere il contrario, prima prenderemo il pieno controllo di questo territorio, compreso il confine con la Russia e poi ci occuperemo delle elezioni, il perdono, lo status speciale di questi territori'... Ovviamente, se lo facessero, se qualcuno gli permettesse di farlo, ci sarebbe un massacro lì".
"Se dipendesse da noi – ha ammesso con schiettezza - e dalle milizie (del Donbass), per quanto possiamo capire dai loro approcci, la guerra può e deve essere evitata". Se parliamo invece della parte ucraina “non cercherò di indovinare, perché secondo i segnali esterni, la cosa principale” per il leader di Kiev è “rimanere al potere ed è pronto a pagare qualsiasi prezzo, compresi i neonazisti e gli ultra-radicali che continuano a dichiarare che le milizie del Donbass sono terroriste".
Se i nostri colleghi di Kiev – ha poi aggiunto – “vogliono discutere la normalizzazione delle relazioni bilaterali, sono i benvenuti, siamo sempre pronti per una conversazione del genere", ma non accettiamo quella in merito alla situazione nel Donbass. Rifiutiamo infatti i tentativi di dipingerci come “parte del conflitto”.
Kiev deve discutere, in merito alla questione nell’ area, con le autoproclamate Repubbliche di Donetsk e Lugansk, nel quadro degli accordi di Minsk che non devono essere modificati, ha scandito. Il problema è però che il governo di Kiev si oppone a tale prospettiva, ha concluso.
La possibilità, di ulteriori colloqui tra le parti, sembra dunque probabile, ma di fatto solo a parole, poiché manca ancora una valida intesa sui temi da trattare. Tale incertezza non lascia ben sperare in un processo di pace serio, solido e duraturo auspicato dall’ intera della comunità internazionale.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia