(ASI) Nuove tensioni nella regione mediorientale. Gravi episodi di violenza, che non si vedevano dal 2014, stanno interessando la capitale Gerusalemme.
Le cause vengono attribuite agli atti intimidatori, avvenuti nelle ultime settimane nel centro della Città Santa, compiuti da giovani ebrei di estrema destra nei confronti dei palestinesi. Il vero motivo è però di natura strettamente politica. Incombe infatti il probabile divieto, che potrebbe essere sancito a breve dal governo di Benjamin Netanyahu, per i palestinesi di Gerusalemme Est di partecipare alle elezioni, previste il 22 maggio, al fine di rinnovare il loro Consiglio legislativo.
Proseguono così, a causa di tutto ciò, gli incidenti fra la polizia israeliana e i giovani palestinesi che esprimono la loro rabbia per tutti questi motivi. Moltissimi dimostranti sono rimasti feriti negli scontri (solo 120 il 22 aprile).
Nessun evento di rilievo da segnalare nella giornata di ieri, venerdì. La tensione è emersa in serata quando migliaia di fedeli musulmani, usciti dall'Esplanade des Mosques dopo l'ultima preghiera della giornata, hanno trovato decine di poliziotti armati e a cavallo. Sono scoppiati immediatamente pesanti tafferugli. Bottiglie d'acqua sono state lanciate contro gli agenti che hanno risposto con granate assordanti per intimorire e quindi disperdere la folla.
Centinaia di palestinesi si sono radunati, nelle stesse ore, anche al valico di Qalandiya. L’ escalation pare aumentare, di ora in ora, in quanto tre razzi, lanciati da Gaza, sono caduti nella parte meridionale dello Stato ebraico senza provocare danni, né vittime. Non è da escludere che l’ azione sia un segnale di solidarietà, da parte di Hamas e delle fazioni alleate, nei confronti dei palestinesi che stanno lottando contro il nemico sionista di sempre sul suo stesso territorio.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia