(ASI) Non c’è pace in Medioriente. Essa sembra diventare un miraggio lontano e un’ utopia destinata a rimanere tale. Sale ancora dunque la tensione a causa delle azioni sconsiderate di quello che viene definito, da sempre più parti, il “regime sionista”.
I jet con la Stella di David hanno compiuto, anche questa notte, un’ altra impresa di morte. Nuove ostilità sono state registrate, per l’ ennesima volta, nei confronti di "campi di addestramento, una stazione di lancio di razzi antiaerei, un impianto di produzione di cemento e l'infrastruttura di un tunnel terroristico" nella notte a Gaza. E’ stata questa la risposta di Israele al razzo sparato ieri, il secondo nell’ arco di 24 ore, verso la parte meridionale dello Stato ebraico e caduto in " in un'area disabitata" di quest’ ultimo. Le sirene di allarme erano suonate infatti nelle comunità di Holit e Sdei Avraham, invitando gli abitanti a recarsi nei rifugi, poco dopo la segnalazione della partenza del vettore dalla Striscia. Le stesse autorità locali hanno sottolineato di non aver riscontrato danni, né vittime, sul territorio preso di mira dai palestinesi e controllato dal governo di Gerusalemme.
L’ annuncio dei nuovi raid è stato dato, nelle ultime ore, in una nota dall’ IDF (le Forze di Difesa Israeliane), ovvero l’ esercito del premier Benjamin Netanyahu e diretto dal ministro della Difesa Benny Gantz. Il comunicato è stato pubblicato anche sul loro profilo Twitter. L’ escalation pare intensificarsi e non è escluso che possano esserci ulteriori azioni aggressive in grado di generare un vortice di reazioni e controreazioni che produrrebbero un pesante contraccolpo ai già fragili equilibri mediorientali. Le preoccupazioni, nell’ intera regione, sono dovute anche alla crisi iraniana e al suo programma nucleare, giudicato da Tel Aviv come una grave minaccia alla propria sicurezza nazionale.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia