(ASI) La Cina ha convocato l'ambasciatore britannico a Pechino, Caroline Wilson, per protestare contro le sanzioni per le violazioni dei diritti umani nello Xinjiang ai danni dell'etnia uigura, imposte anche dall’ Unione Europea, dagli Stati Uniti e dal Canada.
Il vice ministro degli Esteri del gigante asiatico, Qin Gang, ha visto il rappresentante di Londra per rendergli noto formalmente quanto siano inaccettabili tali provvedimenti punitivi, esprimendogli così "forte condanna" a nome del governo. "La determinazione nella difesa della sovranita', della sicurezza e degli interessi di sviluppo e' incrollabile", ha aggiunto in un comunicato divulgato ai media il numero due della diplomazia della nazione del Dragone. Quest’ ultima dunque "dara' risposte necessarie e legittime" alle azioni intraprese dal Regno Unito e dai suoi partner.
La nazione del Dragone e l’ alleato Cremlino hanno tuonato nel frattempo contro l’intero Occidente. Le poche forze di quest’ ultimo, che "diffamano e calunniano la Cina, dovrebbero sapere che l'era dell'interferenza arbitraria nei suoi affari interni con storie inventate, o bugie fabbricate, è finita e non farà più ritorno". E’ stata la durissima affermazione il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, in conferenza stampa con l’ omologo russo, Sergej Lavrov, nella città di Guilin, situata nel gigante asiatico. 80 Paesi hanno sostenuto – ha specificato poi il numero uno della diplomazia di Pechino - la nostra posizione, giustificata sullo Xinjiang, presso il Consiglio dei diritti umani dell'Onu. "Queste mosse regressive occidentali non possono fermare il cammino della Cina, né invertire la tendenza dello sviluppo storico".
La situazione geopolitica complessiva si è talmente aggravata al punto da indurre i due alleati a rilasciare questa dichiarazione: “Nel contesto delle crescenti turbolenze politiche internazionali, e' urgente convocare un vertice dei membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per esplorare soluzioni ai problemi comuni di tutta l'umanita' attraverso il dialogo diretto e mantenere la stabilita' globale". Hanno invitato dunque il mondo a “unirsi e cooperare senza scontri".
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia