(ASI) Il vertice di domani non si preannuncia facile. Il livello di tensione è sempre più alto. I ministri degli Esteri della Nato si incontreranno, domani e dopodomani a Bruxelles, per effettuare le dovute valutazioni sulle minacce che incombono.
Il clima è cupo e ciò lo si evince dalle parole, tutt’ altro che amichevoli del segretario generale. Il presidente, Vladimir Putin, è in ultima istanza responsabile per le azioni intraprese dallo Stato russo. Abbiamo assistito a un percorso di comportamento aggressivo, incluso il tentativo di uccidere in modo mirato gli oppositori".
Sono le durissime parole, di Jens Stoltenberg, pronunciate oggi. Ha risposto così alla domanda di un giornalista, durante la conferenza stampa volta alla presentazione della riunione che prenderà il via nelle prossime 24 ore fino al giorno successivo dei responsabili delle diplomazie occidentali, che gli chiedeva se condivideva la definizione di “assassino” da parte del capo della Casa Bianca, Joe Biden, nei confronti del leader del Cremlino.
La relazione tra noi e Mosca – ha aggiunto il numero uno del Patto Atlantico - “è stata difficile ed è il risultato del comportamento” di quest’ ultima a causa delle sue "azioni aggressive" sia nei confronti degli alleati del Patto Atlantico che di altri Paesi. L’ agenda - ha affermato poi in conclusione –, che abbiamo preparato per il 2030, prevede l’ obiettivo di "proteggere l'ordine internazionale basato sulle regole, che viene sfidato da potenze autoritarie come Cina e Russia”. Immediata la replica di quest’ ultima. L’ interazione pratica tra noi e la Nato è terminata. "Siamo arrivati al punto più basso dalla fine della Guerra Fredda". L'Alleanza non è stata in grado di adattarsi alle nuove condizioni di sicurezza. E’ tornata così ai postulati della Guerra Fredda”. Ha tuonato così il viceministro degli Esteri Alexander Grushko, citato dai media di Mosca.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia