(ASI) La violenza, che ha interessato lo scorso 6 gennaio il Campidoglio di Washington, ha lasciato i suoi segni, scatenando una bufera senza precedenti.La Camera dei Rappresentanti Usa sta cercando di restringere i tempi per rimuovere Donald Trump che non avrebbe intenzione, secondo fonti a lui vicine, di effettuare passi indietro. Le pressioni, all’interno del suo partito, non sembrano sortire alcun effetto.
I repubblicani sono tuttavia sempre più divisi tra i favorevoli e i contrari alla soluzione estrema, cioè votare affinchè il loro leader cessi immediatamente l’attività di governo. Gli avversari, i democratici, sottoporranno invece, all’attenzione dell’Aula di Capitol Hill, una risoluzione per chiedere a Mike Pence di invocare il venticinquesimo emendamento, della Costituzione Usa, per giustificare la fine immediata di ogni attività del Comandante in capo, in quanto “incapace di espletare le funzioni rientranti nel mandato affidato”. Il vicepresidente americano avrà, dal via libera alla risoluzione, 24 ore di tempo per rispondere. Se non aderirà all’ invito, verrà avviata la procedura di impeachment che sarebbe la seconda per il tycoon. L’ultimatum è stato lanciato oggi dalla speaker della Camera. L’azione venga attuata con urgenza, in quanto l’attuale inquilino della Casa Bianca “minaccia” la Costituzione e la democrazia, ha scritto Nancy Pelosi ai suoi colleghi dell’ area politica di cui è membro. “Anche se trascorrono i giorni – si legge ancora nel testo -, l'orrore per l'assalto perpetrato dal presidente si intensifica e per questo c'è bisogno di un'azione immediata". La messa in stato d’accusa – ha spiegato la donna poi in un’ intervista durante il programma “60 Minutes” - sta ottenendo “un forte sostegno, in quanto “squalifica” il diretto interessato da eventuali futuri incarichi pubblici, mandando così in frantumi il sogno di ricandidarsi in occasione delle elezioni del 2024”.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia