(ASI) L'Iran ha annunciato ufficialmente, all'Agenzia internazionale per l'energia atomica, che darà nuovamente il via all’ arricchimento dell’ uranio fino al 20 per cento. Tale soglia era stata raggiunta prima dell'accordo internazionale sul nucleare, stipulato con le maggiori potenze mondiali, del 2015. Lo ha riferito, nelle ultime ore, il direttore dell'Organizzazione per l'energia atomica di Teheran, Ali Akbar Salehi, in un'intervista televisiva.
L'annuncio, del leader dell’ importante organismo, è avvenuto dopo l’ok a una legge, varata dal parlamento della Repubblica Islamica a dicembre subito dopo l’uccisione del responsabile del programma nucleare del paese degli Ayatollah Mosen Fakrizadeh, che consente il raggiungimento di tale percentuale. Essa è inferiore comunque a quella necessaria per la realizzazione di ordigni non convenzionali, ma superiore alla quantità fondamentale per applicazione in ambito civile. La norma prevede pure la costruzione di nuove centrifughe negli impianti di Natanz e nel sito sotterraneo di Fordo, insieme al blocco delle ispezioni internazionali dei siti in caso di mancata revoca delle sanzioni statunitensi contro il paese. Alcune immagini satellitari, registrate e diffuse di recente dai servizi segreti occidentali, hanno rivelato intanto la presenza di intense attività presso l’ impianto sotterraneo nella località di Fordo. Sarebbe in corso, secondo quanto si è appreso, la costruzione di una nuova struttura. Israele e gli Stati Uniti sono preoccupati per l’evoluzione della situazione. Tutti temono un ipotetico intervento militare congiunto, di Washington e Gerusalemme, contro il territorio dei Pasdaran. Il loro esercito potrebbe prendere di mira però, a breve, le truppe del pentagono e la nazione di Benjamin Netanyahu per vendicarsi dei recenti omicidi attribuiti, dalla Guida suprema l’ayatollah Khamenei, agli 007 dello stato ebraico che godono del continuo appoggio di quelli della Casa Bianca.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia