(ASI) Baghdad e le altre città irachene rischiano di accusare gravi carenze energetiche dopo che l’Iraq ha deciso di tagliare le esportazioni di gas e le relative forniture al vicino. A riferirlo il ministero dell’Elettricità di Baghdad secondo cui questa mossa potrebbe mettere ulteriore pressione al governo del premier Mustafa al-Kadhimi.
Un paio di settimane fa Teheran ha ridotto le esportazioni di gas in Iraq a cinque milioni di metri cubi, in precedenza erano 50, motivando tale scelta con i ritardi dei pagamenti; in base alle ultime indiscrezioni ora la fornitura potrebbe scendere a 3 milioni.In sole due settimane l'Iraq ha perso circa 6.550 megawatt di elettricità, secondo i dati riferiti dal portavoce del ministero Ahmed Moussa.Il consumo giornaliero dell'Iraq durante le ore di punta dell'inverno raggiunge circa 19mila megawatt mentre il paese ne genera circa 11mila, dovendo ricorrere alle importazioni per colmare questo divario.
Il ministro iraniano dell'Energia Reza Ardakaniansarà in visita a Baghdad martedì per discutere le forniture non pagate con la sua controparte irachena.
“Incoraggiamo fortemente il ministero delle finanze iracheno a risolvere i conti non pagati con l’Iran per evitare gravi carenze di approvvigionamento energetico a Baghdad e in altre città”, ha detto Moussa.
Washington da parte sua ha esteso di 90 o 120 giorni un’esenzione dalle sanzioni per consentire a Baghdad di importare energia iraniana, ma a novembre ha concesso solo una proroga di 45 giorni.Gli Stati Uniti insistono sul fatto che l'Iraq ricco di petrolio - è il secondo produttore dell'OPEC -si muova verso l'autosufficienza come condizione per superare la necessità di importare energia iraniana, ma fino ad oggi Baghdad ha faticato a farlo, anche a causa dei bassi prezzi del petrolio.
Fabrizio Di Ernesto - Agenzia Stampa Italia