(ASI) Per la ventesima volta dall'avvio dell'embargo, l'Onu mette in minoranza assoluta gli Stati Uniti in merito alla richiesta di eliminazione del blocco commerciale e navale, presentata da Cuba. Con 186 voti a favore, tre astensioni e solo due voti contrari (Stati Uniti e Israele),
infatti, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha giudicato inaccettabile la decisione ormai cinquantennale di Washington di mantenere il blocco commerciale sull'isola caraibica al fine di isolare il regime politico instaurato a seguito della rivoluzione guidata da Fidel Castro e dal comandante Ernesto Guevara detto "el Che", e culminata nella presa del potere nel 1959. Fu il presidente americano Kennedy ad avviare il boicottaggio di Cuba, ingenerando una crisi che sarebbe culminata di lì a breve con il tentativo di aggressione presso la Baia dei Porci, e con la pronta risposta de L'Avana, che ripose le sue speranze difensive nel supporto missilistico sovietico, innescando uno degli scenari più importanti e più tesi della Guerra Fredda, allorquando persino la leadership revisionista e "distensionista" di Nikita Chruščëv non poté evitare di entrare in rotta di collisione con la Casa Bianca.Fidel Castro, già tornato alla ribalta nei mesi scorsi tuonando contro l'intervento della Nato ai danni della Libia - giudicato dal leader rivoluzionario come un'"aggressione imperialista" ai danni del "governo socialista e popolare della Jamāhīriyya" -, ha dichiarato che questa ennesima contrapposizione tra Onu e Stati Uniti dimostra l'iniquità del blocco ed una grave violazione delle basilari norme del diritto internazionale, sia sul piano navale sia sul piano commerciale, dal momento che le disposizioni imposte unilateralmente dal governo degli Stati Uniti coinvolgono territori sovrani estranei alla giurisdizione statunitense.
Il governo cubano stima le perdite causate dal blocco commerciale negli ultimi anni in quasi 75 miliardi di euro.